Il decreto ha individuato le condizioni e definito le indicazioni di appropriatezza prescrittiva. In particolare saranno due le condizioni di erogabilità da valutare: lo stato personale e clinico del paziente beneficiario, la finalità terapeutica, diagnostica, prognostica o di monitoraggio.
Tra le prestazioni fuori tutela e sottoposte alla dette condizioni ci sono anche analisi che si effettuano abbastanza spesso per prevenire importanti patologie, come colesterolo e trigliceridi: queste analisi possono essere ora prescritte in casi ben precisi, dietro valutazione di opportunità del medico. Il medico subirà delle salate sanzioni, per le prescrizioni non strettamente necessarie.
Saranno a carico del paziente, se fuori delle condizioni di erogabilità previste dal decreto, le prestazioni riguardanti: Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare.
È altrettanto chiaro che, per molti cittadini, non poter fruire del ticket significherà dimenticare la prevenzione: esistono delle analisi che, senza la tutela, arrivano a costare migliaia di euro.
“Il taglio delle esenzioni rischia di far impennare il numero degli italiani che non si fanno visitare, a causa dei costi sanitari troppo elevati – dichiarano dall’Adoc nazionale e regionale – secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, difatti, il 7% dei cittadini oggi rinuncia a farsi visitare perché il costo della prestazione è troppo alto, la lista d’attesa è troppo lunga oppure l’ospedale è troppo distante. Considerando che, con l’entrata in vigore del decreto, per oltre 200 prestazioni, dalle cure odontoiatriche a quelle dermatologiche, il costo ricadrà solo sul cittadino, tranne in determinati casi, il rischio che questa percentuale aumenti è alto. Con la conseguenza di un aggravio dei rischi per la salute per tutti coloro impossibilitati a permettersi determinate visite. Ancora peggiore la situazione per il settore dentistico: ad oggi solo 4 italiani su 10 fanno visite regolari dal dentista. La causa principale è il costo elevato, e la situazione tende a peggiorare sempre di più. Pur comprendendo l’esigenza di razionalizzare le spese del Servizio Sanitario Nazionale, ci auguriamo solo che a rimetterci non siano i cittadini, il cui diritto fondamentale alla salute deve essere tutelato nella maniera più ottimale. Ad oggi, inoltre, mancano anche polizze malattia e coperture assicurative in grado di coprire adeguatamente le spese mediche sostenute”.
L’Adoc, dunque, ritiene fondamentale individuare soluzioni che permettano alle famiglie di risparmiare e al tempo stesso di ricevere servizi di qualità assicurata.