“Un’altra giornata di fango è passata e da domani mi tocca prendere nuovamente carta e penna e querelare i soliti organi di informazione che hanno sparato a caratteri cubitali (sia su carta, sia in rete) la falsa notizia secondo cui sarei stato “condannato” (per alcuni addirittura con “sentenza”) a pagare 2,7 milioni di euro ad un movimento politico facente capo a Giulietto Chiesa ed Achille Occhetto, quale quota parte che – secondo la loro versione dei fatti – spetterebbe loro a titolo di rimborso elettorale che io avrei ricevuto a seguito delle elezioni al Parlamento europeo del 2004”. Insorge così Antonio Di Pietro sulla notizia della condanna a pagare 2 milioni e 694mila euro di rimborsi elettorali al movimento di Occhetto e Chiesa. “Nulla di più falso”, dice ancora Di Pietro che specifica “ho semplicemente ricevuto un decreto ingiuntivo del Tribunale di Roma che – su richiesta di Giulietto Chiesa e sulla base della sua sola prospettazione – mi ha sì ingiunto di pagare tale somma ma ha anche disposto (come prevede la legge in questi casi) che ho diritto di proporre opposizione contro il predetto decreto nei prossimi 40 giorni. In tal caso semplicemente si instaurerà un normale processo ordinario in cui il giudice dovrà ascoltare anche la mia versione dei fatti e visionare anche la documentazione a mia disposizione e solo allora potrà decidere con sentenza da che parte sta la ragione. E’ ciò che farò anche questa volta, come peraltro ho già fatto nelle diverse altre volte che lo stesso Giulietto Chiesa (ed il suo difensore avv. Paola) hanno richiesto e provvisoriamente ottenuto decreti ingiuntivi simili a quello odierno”.
“Prossimamente – dice ancora Di Pietro – mi farò carico anche di mettere in rete i tanti altri provvedimenti (giudiziari, amministrativi, contabili e parlamentari) che hanno smentito le assurde pretese avanzate dai rappresentanti della suddetta associazione ma sin d’ora allego due documenti che – da soli – già sono più che sufficienti a smontare alla radice tali pretese. Mi riferisco alla “Attestazione allegata all’accettazione della candidatura per l’elezione al Parlamento Europeo sottoscritta (addirittura davanti ad un notaio) da Giulietto Chiesa” e da Achille Occhetto (leggi allegato) in occasione delle predette elezioni europee del 2004. In tale attestazioni c’è scritto, nero su bianco che “compete all’Italia dei Valori il diritto a richiedere e usufruire dei rimborsi di cui alla legge 157/99 e legge 156/2002” (appunto i rimborsi elettorali all’epoca vigenti) e c’è anche scritto che “è facoltà dell’Italia dei Valori poter utilizzare il simbolo della lista “Società civile-Di Pietro-Occhetto”. Solo chi non vuol capire non capisce. Ma siccome gli organi di informazione sanno tutto ciò da molti anni, perché affermano falsamente – chiede in conclusione Di Pietro – che il giudice avrebbe emesso una sentenza (inesistente) in cui sarei stato condannato (il che non è vero) a pagare 2,7 milioni di euro?”