“Le notizie provenienti da Roma non lasciano presagire nulla di buono: tagli e sforbiciate che penalizzano non soltanto i piccoli territori ma soprattutto i cittadini che quelle regioni le abitano, le vivono, le sostengono con il loro contributo economico e si vedono negare i diritti primari all’esistenza civile” triste ma determinato l’atteggiamento del consigliere regionale Filippo Monaco in merito al decreto renziano Sblocca-Italia che vedrebbe penalizzata, anche in campo giustizia, la nostra Regione.
“Sono d’accordo con il risparmio, così come su proposte serie per risollevare le sorti del nostro Paese, sul taglio agli sperperi così come agli Enti inutili, ma dobbiamo metterci d’accordo su una cosa: ai cittadini italiani dobbiamo garantire una vita migliore e non peggiore, e non soltanto riempendoci la bocca di parole come “più lavoro e meno tasse”, slogan elettorali d’effetto e speranzosi, ma dando loro la possibilità di avere dignità nella propria vita quotidiana: dal diritto alla salute, all’istruzione, alla giustizia”.
“Sulla paventata possibilità del taglio della Corte d’Appello regionale che sia chiaro il mio netto disappunto oltre che totale contrarietà alla cancellazione della giustizia dal nostro territorio. Ha in mente il governo nazionale di cosa significa questo per i cittadini molisani? Spostare le sedi del processo a 400km di distanza significa aumentare le spese del processo, già di per se importanti per chi, ed è la stragrande maggioranza, ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Significa anche voler rinunciare al sacrosanto diritto di battersi per la propria giustizia perché diventerà impossibile sostenere le spese di un processo. Tagliare una sede regionale non significa poi diminuire i tempi processuali, anzi! Li allungherebbe a dismisura perché, in una sola regione, si dovrebbero discutere cause di altri tre territori e questo cozza decisamente con quanto afferma il viceministro Costa quando dice – in riferimento alla riduzione dei tempi per i processi civili – che questa riforma garantirà meno prescrizioni e tempi ragionevoli del processo. Se il tempo del processo in primo grado verrà ridotto ad un anno (punto 1 della Riforma Giustizia), mi può spiegare il viceministro come riuscirà a garantire che non vadano in prescrizione la maggior parte dei processi se oggi, soltanto dopo “appena” 10 anni, il reato è prescritto? Come riuscirà un solo Tribunale a far fronte, in un anno, ai processi di tre Regioni? Non ho mai creduto alle favole, e le bacchette magiche che vogliono farci vedere non sono altro che bastoni”.
“Non sto qui a fare sermoni e populismo sull’autonomia regionale. Che l’Italia e le Regioni in questi anni siano andate a rotoli lo abbiamo visto tutti e tutti ne stiamo pagando le conseguenze ed è giusto che ci siano riforme mirate che tentino in ogni modo di rimettere in piedi un paese che si è inginocchiato su se stesso. Ma ridurre o addirittura eliminare servizi primari ed essenziali per i cittadini, non serve a Sbloccare l’Italia, serve a bloccare i territori”.