In occasione delle feste natalizie lo Sprar ha realizzato un laboratorio artistico estemporaneo aperto ai suoi ospiti per partecipare al concorso “Un albero a regola d’arte” indetto dalla ProLoco di Riccia.
La finalità della partecipazione al concorso è quella di dare continuità alle iniziative a cui si è partecipato lo scorso anno e di dare visibilità allo Sprar, inteso come realtà sociale del territorio tesa a divenire nel tempo parte integrante della comunità. L’intento è anche quello di accorciare le distanze fra le due religioni (islam e cristianesimo) abbattendo i falsi miti della incompatibilità e della impossibile coesistenza e convivenza musulmani-cristiani. L’albero è divenuto anche strumento di espressione e di partecipazione e condivisione di un obiettivo comune, il concorso.
Insieme agli ospiti dello Sprar è stato ideato un albero che li potesse rappresentare e che in qualche modo potesse raccontare la loro storia migratoria. Sono state raccolte le varie proposte ed è venuto fuori un albero che ha coniugato le varie idee ed i diversi messaggi che si desiderava trasmettere.
L’albero è stato realizzato con materiali poveri, di uso comune e facilmente reperibili in commercio. Tre aste di legno dipinte di bianco, sistemate a triangolo a rappresentare la forma di un abete, hanno rappresentato la struttura dell’opera.
L’albero è stato decorato con le sagome delle nazioni di provenienza dei 31 ragazzi che sono stati accolti nello Sprar, sagome rivestite di spezie, riso, farro, segatura, caffè, tutti prodotti naturali e dai colori vivaci e brillanti, spesso prodotti nei paesi che essi decorano. Oltre alle sagome degli Stati, la struttura è stata arricchita con mezze lune color argento e stelle dello stesso colore, che sono i simboli della religione Islam e con stelle e comete gialle che sono i simboli di quella cristiana.
Non mancano barchette di carta, deboli ed instabili, a rappresentare il viaggio migratorio. Tutti gli addobbi dell’albero sono appesi alla struttura con un filo sottile, filo che vuole far riflettere sulla instabilità e precarietà degli stati rappresentati e dei loro abitanti. Stesso fine hanno le barchette di carta. Sul retro della struttura sono state poste delle lucine con luce naturale che illuminano l’opera. Sul puntale è stata posta “la Terra”, una sfera rivestita artigianalmente con della carta su cui è stato stampato il planisfero. Sull’asta di legno posta alla base è stato “sospesi a mezz’aria, sotto lo stesso cielo”.
L’albero vuole promuovere la riflessione sul tema della migrazione e sull’uguaglianza fra i popoli. Tutti gli Stati sono parte del Pianeta Terra e tutti sono sotto lo stesso cielo; il nascere in una zona anziché in un’altra del pianeta è solo il fato a deciderlo, non c’è modo né maniera di invertire le sorti dell’uomo ed il suo posto nel mondo. Ma l’uomo è tale, non è un albero e, anche se volessimo paragonarlo ad esso, per quanto possa avere radici che gli ricordano da dove viene, ha anche foglie e rami per poter elevarsi ad una condizione migliore. Tendere ad una vita sicura e serena è un’aspirazione legittima, ma una precisazione è doverosa: il senso dei termini serenità, benessere, dignità non è assoluto ma relativo. Per molti questi sostantivi indicano ricchezza ed affermazione personale e sociale, ma per molti altri indicano sopravvivenza, libertà dalla schiavitù, assenza di torture e persecuzioni.
A lato dell’albero è stata posta un’asta dove sono state attaccate le foto degli ospiti dello Sprar, per dare un volto agli autori dell’opera.
Infine, su carta pergamena è stato scritto il titolo dell’opera, l’autore, la motivazione dell’opera ed i materiali utilizzati.