A fronte di un sistema complesso e articolato, la realtà registra anche un consumo idrico annuale, rilevato sulla scorta delle letture dei contatori, di circa 4 milioni di metri cubi a fronte però di una fatturazione a Molise Acque per circa 10 milioni di metri cubi per l’approvvigionamento della rete idrica cittadina, per un esborso di circa 2 milioni di euro a carico delle casse comunali.
Una differenza di circa 6 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno tra quella pagata all’azienda speciale regionale e quella registrata agli utenti tutta da spiegare, non solo per la sua perpetuazione negli anni, (rilevata anche dai vari rapporti ecosistema urbano di Legambiente) e che stante i dati, ipotizzerebbe una seconda Campobasso, una città fantasma che si approvvigiona di acqua a spese di quella reale.
Ma la riflessione, oltre che di natura economica, è anche sul “valore” dell’acqua, bene comune e prezioso che deve essere preservato anche in rapporto alle sempre maggiori necessità, non solo in ambito locale, ma mondiale, tenuto conto che tra poco meno di un decennio, in rapporto all’andamento demografico un terzo della popolazione non avrà accesso all’acqua potabile.
Il tema verrà portato all’attenzione del Consiglio comunale con una specifica interpellanza che ho inteso presentare a riguardo e volta ad avere riscontri e risposte su tutti gli aspetti connessi, dalla dispersione ai controlli effettuati negli ultimi dieci anni, dai costi (in definitiva a carico dei cittadini) alla sistemazione ed efficentamento della rete idrica per i quali sarebbero sufficienti poco più di 3 milioni di euro, l’equivalente di soli tre anni di risparmio tra approvvigionato e rilevato”.