“La domanda che mi pongo e mi sono posto in questi ultimi mesi è quella se al prossimo referendum avrei dovuto votare SI per timore di essere tacciato quale “conservatore” di privilegi e della casta o votare No e non far torto all’ idea che ho della nostra Costituzione e quindi della nostra democrazia”. Lo dichiara Nicola Messere coordinatore dell’associazione ‘Volare’ e componente della segreteria PD Molise.
“Quando il PD – prosegue Messere – decise di fare il Governo con i 5S lo scorso 5 settembre 2019, per intenderci dopo il “PAPETE”, molti dovettero fare un sforzo per giustificare la loro scelta nel sostenere che se non lo si fosse fatto il rischio di consegnare il Paese ai populisti sarebbe stato molto forte; non ritenevo e non ritengo che per bloccare i populisti bisogna adeguarsi alla loro strategia di gioco o peggio rinunciare alla propria. Bene, in quell’accordo di Governo c’era anche la pregiudiziale approvazione della legge costituzionale per la riduzione dei parlamentari, altrimenti il nuovo Governo non sarebbe mai nato.
Con una capriola gigantesca, il mio partito dovette cambiare idea su questo tema dopo aver votato diversamente nelle varie commissioni.
Subito dopo, però, si disse che si sarebbe dovuto accompagnare tale riforma, non solo con l’abbassamento dell’età dell’elettorato passivo a 25 anni e quello attivo per il senato a 18 anni, ma anche con una nuova legge elettorale e con la modifica di regolamenti per il buon funzionamento del parlamento.
Sull’onda emotiva che la politica continua a fare schifo si vuole distruggere un sistema di ”pesi e contrappesi” democratici dettati da quella Costituzione che da quasi tutti viene sbandierata come la più bella del mondo, per giunta senza un vero riordino istituzionale e solo per propaganda politica.
E’ risaputo ormai che il problema della “cattiva” politica praticata negli anni non risiede nel numero dei parlamentari ma dalla qualità degli stessi e dal fatto che la stessa sia passata dalla rappresentanza alla rappresentazione delle problematiche della società.
Non vi è dubbio che il costo della politica sia elevato ma il risparmio economico che produrrebbe questo taglio lineare dei parlamentari sarebbe veramente risibile anche se, come dicevo, il problema non è tanto l’importo che percepiscono gli eletti ma la loro inadeguata capacità lavorativa nell’intrepretare il loro costituzionale e fondamentale ruolo per l’intera collettività; non faccio tutt’erba un fascio ma spesso gli eletti non hanno ben capito che dalle loro decisioni dipendono le sorti di tutti i cittadini e quindi della nostra società.
Se qualcuno ancora oggi teorizza di abbattere il sistema democratico della rappresentanza politica e immagina la “democrazia della rete” facciano pure ma senza la nostra complicità, anzi, dovremmo continuare ad ostacolare questo progetto con molta più energia.
In ballo c’è il destino del Paese non il destino di singoli che, forti dello scempio che negli anni pur è stato perpetrato a danno delle nostre Istituzioni Democratici, vogliono solo continuare a dividere il paese tra buoni e cattivi dove, evidentemente, i buoni sono sempre loro, cioè i detentori della verità in tasca di “totalitarismiana” memoria.
Si rivendichi in ogni dove e con chiunque il rispetto per un grande partito politico quale è il Partito Democratico e dei suoi militanti e simpatizzanti; il M5S pur avendo votato sulla loro piattaforma Rousseau, come hanno votato, ad oggi non mi sembra abbiano dimostrato di voler cambiare direzione.
Il PD è un grande Partito, portatore di culture politiche che hanno fatto grande il nostro Paese; abbiamo fatto bene a fare il governo con l’M5S, ma bisogna recuperare un rapporto con l’intero centro sinistra e con quelle “forze” che, invece di diffondere paure e odio solo per conquistare quattro voti in più e incuranti delle profonde lacerazioni provocate nella società , hanno una visione del futuro e indicano la rotta riformista, democratica e per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Per questi ed altri motivi – conclude Messere – IO voterò NO”.