Che il Piano regionale integrato per la qualità dell’aria del Molise fosse il solito, inutile, documento programmatorio privo di ogni effettiva utilità, lo abbiamo denunciato ben prima della sua approvazione.
E ora la risposta dell’Arpa Molise alla nostra interrogazione conferma la fondatezza di tutte le nostre critiche e manifesta il consueto teatrino del rimpallo di responsabilità, mentre chi dovrebbe occuparsi ogni giorno di migliorare la vita dei cittadini, si limita ad alimentare inutile burocrazia.
Nel testo della risposta si legge: “Si vuole segnalare come si sia generata, all’epoca dei fatti, confusione sulla natura del Piano; infatti, il Piano Regionale Integrato per la qualità dell’Aria Molise è, per la Regione Molise, lo strumento di pianificazione e programmazione. […] Va da sé che, essendo uno strumento di pianificazione, il Piano non può prevedere le modalità di monitoraggio della qualità dell’aria che, disciplinate da specifica normativa, sono individuate con specifici atti della Giunta regionale”.
In pratica il Priamo si limita a stabilire le linee di indirizzo, peraltro comuni su quasi tutto il territorio nazionale, ma chi poi deve attuarlo nel contesto locale è solo e soltanto la Giunta regionale.
Ciò che infatti manca alla nostra rete di monitoraggio è chiaro ed è stato ripetutamente sottolineato in tutti i contesti istituzionali, incluso il Consiglio regionale.
Lo sottolinea la stessa Arpa nella sua risposta, ribadendo che alla base di tutto manca la volontà politica di investire risorse, materiali e intellettuali, per dare risposte concrete a tanti cittadini e comitati che nella piana di Venafro da anni chiedono chiarezza. Chiedono un’indagine seria, che valuti a fondo ogni possibile fattore di rischio, e chiedono una rete di monitoraggio ambientale realmente efficace, dotando le autorità di controllo delle più moderne attrezzature di rilevamento.
L’assenza di volontà politica è indicata dal fatto che la Regione Molise non investe risorse proprie nel settore né, cosa ancor più grave, si preoccupa di reperirne sul tavolo nazionale, nonostante abbia ricevuto specifiche informazioni dai ministeri competenti. La nostra interrogazione chiedeva conto soprattutto di questo.
Rispetto ad una situazione così drammatica, l’Arpa ha evidenziato tutta l’impotenza della Giunta rispetto a tematiche di importanza fondamentale. Addirittura, l’Agenzia ribadisce l’oggettiva inapplicabilità del Piano per carenza di dati spiegando che “nel caso della tematica ‘Popolazione e salute’, la non disponibilità di dati epidemiologici di livello regionale […] né di documenti di riferimento regionali (ad es. Registro tumori) non ha consentito, almeno al momento dell’estensione dei documenti, l’auspicato approfondimento”. Di più: coerentemente con l’approccio territoriale del Priamo, dopo il riscontro della predetta carenza di dati e documenti, la stessa Agenzia chiede “una maggiore collaborazione su questi temi con il Dipartimento Unico di Prevenzione dell’Asrem, anche al fine di definire indicatori sanitari in grado di monitorare l’efficacia del Priamo rispetto agli esiti della qualità dell’aria sulla salute umana”.
Dunque, l’assoluto immobilismo dell’esecutivo in questi tre anni dice che siamo di fronte alle solite vuote promesse, mentre politica e strutture competenti svolgono il proprio compitino rimandando perennemente al domani ciò che invece va fatto oggi.
E non si può neanche delegare sempre tutto alla giustizia amministrativa, che ha i suoi tempi, quando già si conoscono le inefficienze interne tra Giunta e uffici tecnici: inefficienze ora stigmatizzate finanche ufficialmente.
Davanti a queste evidenze, i sindaci della piana di Venafro e il presidente della Provincia dovrebbero piantonare la sede della Regione da domani mattina se davvero vogliono dare risposte a cittadini e famiglie!