Protezione civile e ricostruzione, parte la riforma. Frattura e Ciocca: “Profondamente grati al lavoro di Sandra Scarlatelli”

La sede della Protezione Civile a Campobasso

La riforma dell’Agenzia regionale di protezione civile, prevista nella legge regionale collegata alla manovra di bilancio 2015, entra nel vivo: con l’attuazione della nuova norma al via la separazione tra il Servizio di protezione civile, che torna in capo all’Amministrazione regionale, e la ricostruzione post sisma 2002 per la cui attuazione nasce l’Arps. La nuova Agenzia sarà attiva fino al completamento dei lavori necessari alla conclusione della ricostruzione post sisma prevista per il 2018. Lo comunicano il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, e il consigliere delegato, Salvatore Ciocca.

“Con l’inizio del nuovo anno diventa operativo il nuovo organismo con il quale intendiamo rispettare tutti gli impegni presi per ultimare la ricostruzione post sisma: l’Arps nasce come una struttura snella, efficiente e mirata. Unica e definita, la sua mission”, dichiarano il presidente e il consigliere.

“La separazione dal Servizio di protezione civile – proseguono –, ci consentirà di operare in maniera diretta e immediata”.

A capo dell’Arps è stato indicato l’architetto Manuel Brasiello, scelto tra un’ampia rosa di candidati risultati idonei all’incarico. Reggente della protezione civile, Gino Cardarelli, già responsabile del Servizio geologico e sismico.

“Siamo certi che le nuove professionalità che ci affiancheranno ci assicureranno impegno, costanza e presenza alla stregua di quanto ci ha garantito giorno dopo giorno la dottoressa Sandra Scarlatelli, cui va il nostro ringraziamento più sentito e sincero non solo per il lavoro svolto, ma per la qualità dello stesso. Sandra Scarlatelli è riuscita a mettere ordine in una situazione di completo disordine con pazienza ed evidente capacità. L’impronta del suo operato ha segnato la strada che continueremo a seguire per offrire ai cittadini ancora senza casa il loro diritto ad abitarla di nuovo”, la conclusione di Paolo Frattura e Salvatore Ciocca.

 

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