“La notizia della delibera adottata dal Cipe sulle cosiddette Gran Manze non può che lasciare esterrefatti. Mi ero attivato in prima persona in Consiglio regionale ottenendo l’impegno formale della Giunta ad informare l’Aula su qualsiasi tipo di novità in merito a un progetto che era stato già inequivocabilmente bocciato dai cittadini, da tutte le associazioni presenti sul territorio, dalle opposizioni regionali e anche da buona parte della maggioranza”: sono le affermazioni del consigliere regionale Nicola Cavaliere, in merito all’approdo a Larino del progetto ‘Gran Manze’.
“La delibera – aggiunge – è stata adottata il 14 febbraio e pubblicata il 21 giugno sulla Gazzetta Ufficiale. Possibile che nessuno sapeva? Nessuno ha avvertito l’obbligo morale e istituzionale di comunicare l’arrivo di ben 12mila manze a Larino ai molisani e al loro più alto organo di rappresentanza democratica? Ovvero quel Consiglio regionale che è stato completamente espropriato delle sue basilari funzioni?”.
“Il grande ispiratore del progetto, il Senatore Ruta (che è anche capogruppo Pd a Palazzo Madama in commissione Agricoltura), aveva prima esaltato i vantaggi dell’iniziativa in una conferenza stampa, successivamente – dinanzi alle ferma opposizione di cittadini e amministrazioni locali – aveva lui stesso riconosciuto l’inapplicabilità delle Gran Manze nella nostra regione”.
“Bisognerebbe adesso capire – incalza Cavaliere – se il Ruta molisano e il Ruta romano siano la stessa persona, se quello che il Senatore Pd dichiara nella Capitale corrisponda in pieno alle promesse molisane. Un vero dilemma”.
L’esponente del centrodestra giunge a una conclusione inevitabile: “Il governo regionale non può che dimettersi e porre così fine a questa legislatura per la sua manifesta inaffidabilità. O la Regione ha spudoratamente mentito e preso per tanti mesi in giro i molisani, oppure l’esecutivo Letta (sostenuto dallo stesso Pd che governa in Molise) non ha preso minimamente in considerazione l’attuale governo regionale. In entrambi i casi, la soluzione è una sola: dimissioni e ritorno al voto”.