Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Angelo Primiani, ha criticato duramente la gestione della seggiovia Lavarelle a Campitello Matese da parte del governo regionale, definendola il risultato di una mancanza di programmazione strutturale per il comparto montano.
Durante il Consiglio regionale, l’assessore Michele Marone ha spiegato che, a causa dell’impossibilità di completare nei tempi previsti la manutenzione ventennale necessaria, si sta procedendo a un intervento urgente per ottenere una deroga, consentendo l’apertura dell’impianto per la stagione sciistica. “Ben venga qualsiasi soluzione temporanea – ha dichiarato Primiani – ma è inaccettabile che ogni anno ci si trovi a rincorrere le emergenze, con danni enormi per operatori turistici, albergatori e l’intera economia della montagna”.
Secondo quanto riferito in aula, i lavori urgenti, affidati alla Matese Ski, saranno completati entro due settimane, permettendo così la riapertura della seggiovia. Tuttavia, per il consigliere pentastellato, questa soluzione non risolve il problema alla radice: “Se oggi qualcosa si muove, è solo grazie alle mie denunce e sollecitazioni. Ma questo governo, come il precedente, continua a ignorare la necessità di una pianificazione seria e condivisa”. Primiani ha inoltre puntato il dito contro le scelte politiche della Giunta regionale, definendo emblematico il fatto che la delega al comparto montano sia stata assegnata a un assessore non legato al territorio, mentre Salvatore Micone, originario del Matese, è stato incaricato di occuparsi di pesca. “È un chiaro segnale di quanto poco importi alla politica regionale di un settore che potrebbe rappresentare un volano per tutta la regione”, ha commentato.
Per Primiani, è fondamentale adottare un piano di sviluppo turistico che guardi oltre la stagionalità invernale e sganci il comparto montano dalla dipendenza dalla neve. “La montagna molisana non può più aspettare – ha concluso –. Serve una programmazione a lungo termine per garantire una vera ripresa per Campitello e tutto il territorio. Altrimenti, rischiamo di abbandonare un asset strategico e quegli operatori che da anni si impegnano con dedizione e amore per la propria terra”.