Premio ‘Donato Menichella’, a Roma il molisano Iosa racconta la storia della famiglia dell’ex governatore della Banca d’Italia in uno spaccato di storia di Campobasso

Luigi Iosa e il parterre dei premiati e dei relatori del Premio “Donato Menichella”

Ha partecipato anche l’avvocato campobassano Luigi Iosa all’edizione straordinaria del Premio “Donato Menichella” per gli studi sullo sviluppo industriale del Sud, svoltosi a Roma nel pomeriggio di lunedì 11 luglio 2016, alla Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.

A ricevere il premio è stato il professor Federico Pirro, docente di “Storia dell’Industria e di Storia dell’Industria editoriale contemporanea” all’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, che ha tenuto una lectio magistralis sulla “persistenza della grande industria nell’Italia meridionale”.

“La grande industria – le parole del professor Pirroè riuscita a resistere alla crisi, che dal 2008 al 2014 ha avuto effetti devastanti nel Belpaese e, soprattutto, al Meridione. Basti pensare ai nuovi investimenti nel settore dell’aerospazio e della farmaceutica”.

Il premio per le nuove proposte del giornalismo socio-economico , invece, è stato conferito al giornalista Agostino Quero, direttore di noinotizie.it per il quale “è complicato, oggigiorno, fare giornalismo socio-economico, perché occorre far capire che il sociale non è il social. Le persone hanno problemi enormi, che non possono risolversi ed esaurirsi in una iscrizione a un social network, ma tocca a noi cercare questi problemi, raccontare i fatti e dare la spinta per risolverli”.

Il legale molisano Iosa ha partecipato al momento di confronto, per relazionare su “Gli antenati del Menichella e la loro attività di banchieri nella Provincia di Capitanata”, in quanto nipote dell’ex presidente dell’IRI, nonché ex governatore della Banca d’Italia (i trisavoli dell’avvocato Luigi Iosa e di Donato Menichella erano fratelli, Giambattista Iosa e Nicola Iosa, così come le loro consorti erano sorelle, originarie di Busso e sorelle di Francesco Marsico, sindaco napoleonico di Campobasso dal 1811 al 1815, ndr).

Iosa, oltre a parlare degli antenati del Menichella, ha raccontanto anche l’episodio di storia campobassana, “poco conosciuta a livello nazionale, che ha rappresentato esempio di coesione civica, anticipando, senza alcuna attività cruenta, la Rivoluzione francese del 1789 e quella napoletana del 1799”.

“I cittadini demanisti – ha spiegato Luigi Iosa – si ribellarono, senza violenza, al feudatario Carafa per acquistare il feudo di Campobasso. I cittadini, infatti, consapevoli della ‘mala gestio’ governativa, si ribellarono e decisero di autotassarsi, acquistando da soli la città di Campobasso. Fu un’attività straordinaria, perché le famiglie di Campobasso, da quelle più benestanti a quelle più povere, si indebitarono per generazioni e la famiglia Iosa entrò in questo affare, prestando tanti soldi. I cittadini presero possesso delle chiavi della città, consegnandole nel 1742 a un cittadino di umili origini”.

“Di lì a poco – ha proseguito Iosa – intervenne il periodo napoleonico, che incise negativamente sull’attività bancaria della famiglia Iosa, perché quando Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone Bonaparte, diventò re di Napoli, attuò la riforma amministrativa, la cui legge del 2 agosto 1806 dichiarò una moratoria dei cittadini demanisti verso i creditori. La famiglia Iosa perse una fortuna incredibile in ventiquattro ore, pur tuttavia l’attività bancaria proseguì fino al 1821”.

“Menichella – ha spiegato Iosa – ben conosceva la storia della sua famiglia e sapeva che le realtà familiari e collettive erano assoggettate a influssi esterni, consapevole che tutto può cambiare in poco tempo. La sua famiglia, infatti, passò dall’aver prestato soldi, senza mai vederli restituiti, a essere costretti a chiedere prestiti usurai”.

“Menichella – ha chiosato l’avvocato molisano è stato uno dei migliori economisti di fine millennio e protagonista della ricostruzione italiana fino al boom economico. Fu grazie a lui che la Lira guadagnò l’Oscar, il prestigiosissimo riconoscimento del Financial Time, in quanto valuta più stabile al mondo. Lui stesso fu premiato in qualità di migliore governatore centrale al mondo. Se la stabilità della Lira è preistoria, quanto raccontato è pezzo di storia inedita di uno dei migliori governatori di sempre della Banca d’Italia”.

giusform

Exit mobile version