Il senatore molisano Roberto Ruta ha presentato a Palazzo Madama una interrogazione urgente al Ministro dello Sviluppo Economico, Padoan, per chiedere quali azioni immediate intenda intraprendere per evitare che Poste Italiane attui l’ulteriore piano di razionalizzazione che riguarda 26 uffici postali nell’area Sud, di cui ben 19 insistenti nella regione Molise.
L’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio, nel corso dell’audizione presso la commissione industria del Senato ha annunciato il Piano di riorganizzazione della rete di sportelli postali su tutto il territorio nazionale ma ha anche garantito che “prossimità e presenza per la copertura territoriale sono elementi funzionali al piano che il gruppo ha in mente”.
La succitata rassicurazione dell’amministratore delegato è smentita dalla modalità della razionalizzazione poi effettivamente comunicata: in particolare nel Molise gli uffici postali dei Comuni di Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino, Macchia Valfortore, Monaciglioni, Montelongo, Morrone del Sannio, San Giovanni in Galdo resteranno aperti a giorni alterni; ad aprire per soli due giorni a settimana, invece, saranno quelli di Sant’Angelo Limosano e Trivento, mentre chiuderà definitivamente l’ufficio postale di Monteverde di Bojano; sempre a giorni alterni, ovvero tre aperture settimanali su sei, riguarderanno alcuni comuni della Provincia di Isernia come Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Roccasicura, l’ufficio della città di Isernia localizzato a Castelromano e quello di San Pietro Avellana; diminuiranno, infine, a tre su quattro le aperture di Acquaviva di Isernia e Castelpetroso .
In tal senso il Consiglio Regionale del Molise ha approvato un ordine del giorno per scongiurare gli effetti negativi e inaccettabili di questo ulteriore taglio come anche evidenziato con forza dalle organizzazioni sindacali regionali.
Poste Italiane Spa è una società per azioni a partecipazione pubblica e i diritti dell’azionista sono esercitati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Poste Italiane, al fine di garantire la coesione sociale, senza discriminazioni tra gli utenti, è obbligata ad erogare su tutto il territorio nazionale il servizio postale base (universale), affidatogli fino al 30 aprile 2026.
Per queste ragioni ho chiesto al Ministro di rivedere le disposizioni del decreto ministeriale del 7 ottobre del 2008, non solo in base alla quantità della clientela e alla raggiungibilità al servizio, espressa in chilometri da percorrere, ma anche in base ai seguenti aspetti: accessibilità del servizio postale; caratteristiche geomorfologiche del territorio (piccole frazioni sparse su un’area comunale vasta e spesso impervia; trasporto pubblico a volte scarso; che nei mesi invernali subisce ulteriori contrazioni e rende ancora più difficile percorrere i 3 km di distanza massima prevista); aspetti reddituali dei residenti, per la maggior parte persone anziane con pensione minima che non possiedono mezzi propri.