Incontro nel pomeriggio di ieri, giovedì 16 marzo, a Roma della Consigliera di Parità Giuditta Lembo e la dirigente scolastica Rossella Gianfagna con la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. “Un incontro proficuo – dice la Lembo – per parlare di due temi importanti, le Politiche di genere e Buona scuola”.
“Il raggiungimento della parità e il superamento delle discriminazioni sessuali, nonché delle varie forme di violenza di cui le donne e le ragazze sono vittime, è in primo luogo da costruirsi attraverso un cambiamento culturale, che punti a sradicare stereotipi e rappresentazioni statiche della realtà a partire dalla scuola. Questi sono infatti gli stereotipi: immagini mentali con cui rappresentiamo la realtà, sono semplificazioni rigide che usiamo come scorciatoie rispetto alla complessità del mondo”. Queste le parole della Fedeli che ha continuato: “Sono costruzioni sociali che si radicano poco a poco, fino a divenire idee stabili che si tramandano tra generazioni, nelle famiglie, nelle scuole. I ruoli, le abitudini, le tradizioni incidono sulle rappresentazioni sociali, spesso cristallizzandole in stereotipi. Le rappresentazioni sociali possono esprimersi come opinioni, atteggiamenti o appunto stereotipi. E possono essere usate per una funzione di controllo. L’uso degli stereotipi di genere – ha continuato la ministra – produce una rappresentazione rigida e distorta della realtà, che si basa su ciò che ci aspettiamo dalle donne e dagli uomini. Sono aspettative consolidate, che non vengono messe in discussione perché apparentemente fondate su differenze biologiche tra uomini o donne. In Italia in particolare c’è una forte resistenza nel superare un modello culturale maschilista, che non concepisce le donne in posizioni di pari potere pur nel riconoscimento della differenza di genere, anche nella famiglia. E non è un caso se è proprio nei modelli di famiglia, in concezioni del rapporto di coppia fondati sulla gerarchia, in un’idea dell’amore come possesso che si nascondono – spesso subdolamente – le ragioni culturali che portano alle violenze verso le donne, spesso proprio verso le donne ‘amate’. Se così è, ed io ne sono convinta – prosegue la Fedeli -, non possiamo che partire dalla scuola. L’intervento educativo è l’unico strumento che abbiamo per restituire alla nostra rappresentazione del mondo e dei generi profondità e complessità, uguaglianza e differenza. Educazione ai media, ai linguaggi, alle identità e differenze sessuali, al rispetto della parità e della differenza di genere, al superamento degli stereotipi sessisti. La scuola è l’unica possibilità che abbiamo per cambiare la mentalità delle cittadine e dei cittadini di domani, perché come gli stereotipi la scuola agisce nel lungo periodo ed influenza identità e relazioni delle persone e tra i sessi. È necessario che ogni ciclo scolastico e ciascuna disciplina siano consapevolmente orientati all’apprendimento di una cultura di relazioni tra individui liberi, consapevoli dei ruoli di ciascuno nel rispetto delle differenze, anche di genere, condizione questa certamente pregiudiziale sia a una cultura della non violenza, sia al superamento della prevaricazione, intesa come modalità di affermazione di singoli e di gruppi sociali. Quello che dunque mi sta a cuore – precisa la Fedeli – è che i nostri ragazzi e le nostre ragazze possano acquisire consapevolezza delle proprie reciproche differenze, per agirle con responsabilità, liberandoli dagli stereotipi e aiutandoli a crescere responsabilmente, nella conoscenza di ciò che sono. L’educazione, ancor più se attenta a superare stereotipi e ad usare un linguaggio rispettoso di identità e differenze, è il mezzo più potente per cambiare il mondo e per produrre una società più giusta e con meno violenza”.
Durante l’incontro con la Lembo e la Gianfagna, durato circa un ora, la Fedeli ha voluto sottolineare l’importanza della valenza dell’articolo 3 della Costituzione italiana e di come esso sia il pilastro su cui devono poggiare le politiche di uguaglianza, proprio in quanto diritto sancito costituzionalmente.
“L’incontro con la Fedeli è stato anche un momento molto stimolante di confronto di idee e condivisione di progettualità – precisa la consigliera Lembo – un’occasione per far conoscere le numerose iniziative che sono state realizzate nella nostra regione e che sono state tra l’altro molto apprezzate dalla Ministra che già in passato aveva conosciuto la nostra realtà quando venne in Molise in occasione degli Stati generali delle donne. La Fedeli ha ulteriormente confermato il suo impegno – aggiunge la preside Gianfagna – nel migliorare il reclutamento dei docenti e nel dare maggiore dignità a tutto il personale della scuola, senza con ciò dimenticare la centralità delle studentesse e degli studenti.
La Lembo e laGianfagna, al temrine dell’incontro hanno rivolto alla ministra un nuovo invito per un suo ritorno in Molise, accolto di buon grado dalla stessa Fedeli, che potrebbe presto essere in regione.