Plastic Free Onlus e Comune di San Massimo, firmato il protocollo d’intesa

Conclusa la “pausa” estiva riprendono i colloqui dei referenti Plastic Free con gli enti locali, per rendere sempre più forte la rete collaborativa con i comuni molisani.

E’ di queste ore la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di San Massimo, per il tramite del Sindaco Alfonso Leggieri e Giuseppe Fabbiano, vice referente regionale Plastic Free.

“Colgo l’occasione per ringraziare il sindaco e tutta l’Amministrazione comunale per aver dimostrato apertura e disponibilità verso la nostra realtà, con l’intento di costruire una sinergia ed una collaborazione durature nel tempo” dichiara l’avvocato Fabbiano.

Anche il primo cittadino di San Massimo, il Sindaco Leggieri, esprime soddisfazione evidenziando che “l’accordo siglato è la prosecuzione delle attività virtuose già messe in campo e rappresenta quello strumento per contribuire alla tutela del territorio, un impegno verso la cittadinanza, i molisani e i turisti grazie anche alla sinergia con Plastic Free.”

Con la sottoscrizione del protocollo si dà il via a numerosi eventi di natura volontaristica, che coinvolgeranno gli alunni delle scuole di vario ordine e grado, così come appuntamenti di Clean Up o passeggiate ecologiche tra i bellissimi panorami della montagna molisana, ed altri progetti che verranno presentati nei prossimi mesi che vedranno la collaborazione diretta anche di altre realtà locali.

Le barriere coralline rappresentano uno degli ecosistemi più importanti per la biodiversità del pianeta e si trovano nei mari e negli oceani tropicali. Infatti, circa il 60% delle barriere coralline sono collocate nell’Oceano Indiano, il 25% nell’Oceano Pacifico e il restante nei Caraibi.

I coralli si trovano in queste zone soprattutto per la naturale e stabile temperature delle acque, al di sotto dei 20°, e per il loro scarso adattamento ai cambiamenti delle temperature marine.

Secondo Stafford-Deitsch, studioso e autore di un libro del 1992 sulle barriere coralline, i coralli sono molto delicati e hanno un range di tolleranza termica ben definito, necessitando di una temperatura che non si abbassi al di sotto dei 20°C e che non sia molto più calda.

E’ risaputo, purtroppo, che negli ultimi decenni le barriere coralline stanno subendo danni irreparabili. Dagli anni ’50 a livello mondiale la copertura di coralli vivi è diminuita di circa la metà con un danno inestimabile per l’uomo e per la biodiversità. Tanto è vero che il 63% della biodiversità legata alla barriera corallina è diminuita proprio a causa della riduzione dell’estensione dei coralli.

Il cd. bleaching è lo sbiancamento del corallo e, come si potrà facilmente intuire, è un fenomeno molto grave, dal quale ne può scaturire la morte, causato dall’innalzamento delle temperature marine. L’effetto serra, quindi, è una delle cause del bleaching che influisce a sua volta sulla vita degli organismi che popolano la barriera corallina.

Un altro problema è rappresentato dalla diffusione delle microplastiche che tra il 2015 e il 2050 si pensa porterà ad una produzione di oltre 56 miliardi di tonnellate, circa, di anidride carbonica equivalente (CO2e) in gas serra.

Questi sono dei dati molto allarmanti che inquadrano la dimensione del problema e che, potenzialmente, può intaccare ogni forma di vita.

L’inquinamento da microplastiche, inoltre, pare sia strettamente collegato ai danni agli ecosistemi, già di per sé vulnerabili a causa dei cambiamenti climatici, come appunto le barriere coralline, e sembrerebbe esserci un legame molto stretto tra i fenomeni di bleaching e l’esposizione alle microplastiche.

“Ciò che noi tutti possiamo fare nel nostro quotidiano è applicare i principi stabiliti dalla Direttiva 2008/98/CE, prevenendo innanzitutto l’inquinamento, passando per il riuso dei prodotti soprattutto in plastica monouso per arrivare al corretto riciclo dei rifiuti; seguire questo ordine è fondamentale per contribuire alla riduzione della dispersione dei rifiuti e dell’inquinamento” conclude il legale.

 

Exit mobile version