“Quando si andava al mulino i contadini comparavano la pesatura del grano effettuata al mulino con il peso che effettuavano a casa – sostiene Perretta –. Era un modo per verificare se la bilancia del mugnaio fosse tarata bene o se c’erano sfumature che comportavano maggiori introiti nelle casse dell’azienda privata. Capisco che al giorno d’oggi, dove il mondo dell’informatizzazione ha prevaricato di gran lunga il mondo agricolo, il paragone può sembrare arcaico ma rende bene l’idea se l’argomento si sposta sui rifiuti. I cittadini di Campobasso, e non solo, pagano la tassa sui rifiuti, che vengono raccolti ogni giorno sul suolo comunale, in base al loro peso: si tratta di 97 euro a tonnellata. Ma quanti rifiuti si producono a Campobasso? Nessuno lo sa. O meglio, gli unici dati disponibili sono quelli provenienti dal gestore della discarica di Montagano dove viene smaltita la monnezza del comune capoluogo. Eppure l’istituzione comunale dovrebbe svolgere il ruolo di controllore, su una gestione privata, attraverso la Sea. Bene, questo non succede. Soprattutto se si tratta dell’umido o dell’indifferenziato. Quindi, detto in altri termini, i cittadini campobassani pagano la Tari che a sua volta si basa su un peso di cui nessuno a Palazzo San Giorgio conosce la reale esistenza se non attraverso i dati che la ditta privata, gestore della discarica di Montagano, comunica al Comune stesso. Chi tutela i cittadini? Perché – conclude Perretta – questi devono versare alle casse comunali soldi propri basandosi su dati che gli stessi amministratori non possono né confermare né smentire? E soprattutto perché l’amministrazione Battista non vuole fare chiarezza sulla mancata pesatura e quindi sul mancato controllo della raccolta rifiuti rischiando che i concittadini paghino un importo maggiore del dovuto? A chi giova il mancato controllo? E perché nessuno risponde a queste domande? Mi domando e vi domando: negli altri comuni della regione che succede? Avviene la stessa cosa?”.