Il principale problema da affrontare per il neo commissario alla sanità è senz’altro quello della carenza di specialisti, che sta depotenziando numerosi reparti ospedalieri e abbassando il livello delle prestazioni. Lanciammo l’allarme già prima della pandemia, appena si insediò il governo Toma. Da quando poi è stato nominato il Direttore generale, principale figura deputata a risolvere il problema in questione, nulla è cambiato, anzi sembra persino peggiorato. Perché i tentativi di reclutare personale, a tempo indeterminato e determinato, sono risultati vani. Sono allora state messe sul campo azioni straordinarie: gli avvisi per il conferimento di incarichi libero professionali e le richieste di prestazioni sanitarie pubblicate addirittura sul portale MePA (Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione). Anche questi tentativi sembrano fallimentari finora.
Florenzano e l’Asrem hanno allora pensato di uscire dal pantano della carenza di personale affidando ad una cooperativa esterna l’incarico di coprire i turni lavorativi. La scelta in verità è legittimata da una decisione presa un anno fa in un incontro tenutosi in Regione. A quel tavolo si stabilì che, qualora tutte le procedure attivate tese al reperimento degli specialisti avessero avuto esito negativo, si sarebbe potuto fare ricorso ‘in via del tutto eccezionale, agli specialisti delle società interinali per periodi limitati’.
Così è successo. Per le carenze più gravi, nel reparto di Pediatria e nel Servizio di emergenza territoriale (Set 118), il Direttore generale ha proceduto alla pubblicazione di tre bandi e poi all’affidamento alla cooperativa “La Fenice”, che se li è aggiudicati tutti. Cooperativa che sembra essere sostanzialmente un’agenzia interinale. Si è fissato il tariffario orario delle prestazioni ed un monte ore da coprire: 5.328 ore per una spesa totale di circa 450.000 euro. Ma non sono chiare le procedure di selezione del personale e di controllo, sulle ore lavorate e sulle competenze dei medici reclutati. Eppure abbiamo visto quanto la carenza di personale qualificato nei reparti di pediatria stia portando i nostri bimbi a curarsi fuori regione.
Giorni fa un rappresentante dell’Ordine dei medici ha denunciato delle gravi irregolarità, tanto nelle procedure di reclutamento adottate da ‘La Fenice’, quanto nei lunghi turni a cui sono ancora costretti i medici stabilizzati del 118, nonostante l’affidamento alla cooperativa. La pesante missiva inviata a Florenzano stranamente non ha avuto la giusta risonanza mediatica, che invece mi sarei aspettato.Se le prestazioni urgenti vengono addirittura rifiutate o ritardate, per la mancata copertura di turni assegnati al personale medico reclutato dalla Cooperativa, il Direttore generale deve intervenire immediatamente e, se necessario, annullare l’affidamento.
Anche il neo Commissario Toma non può far finta di nulla, non può non sapere che molti medici Asrem, compresi i membri dell’Ordine, abbiano ricevuto telefonate dalla stessa cooperativa con l’esplicita richiesta di coprire turni da 12 ore in Pediatria. Questo a prescindere dalla loro specializzazione. Siamo chiaramente in una situazione di grave emergenza. Come mai vengono contattati medici random, senza le specializzazioni richieste, per coprire turni in un reparto così delicato? Chi ha dato i numeri dei medici molisani alla cooperativa originaria di Sassuolo? La Fenice è in possesso anche dei loro CV? Se sì, potrebbe almeno leggerli!
Le segnalazioni ricevute sulla mancata copertura di turni assegnati alla Cooperativa nel Servizio 118 sono altrettanto preoccupanti. Proprio in un settore delicato come quello del Servizio di Emergenza Territoriale, il personale già stabilizzato è stato costretto a restare in servizio fino a 30 ore consecutive. Trenta ore! Al di là dei diritti soggettivi violati, come il diritto al riposo dei nostri poveri medici già stremati da quasi due anni di pandemia, qui è a rischio la stessa incolumità dei medici e dei pazienti soccorsi. Non si può pretendere che un essere umano garantisca la massima lucidità lavorando senza sosta per addirittura 30 ore. È disumano, illecito e fuori da ogni logica.
Questi i fatti, gravissimi, denunciati dagli stessi medici. Da un punto di vista umano, posso comprendere lo scoramento del Dg Asrem, che ha incassato pesanti fallimenti nei concorsi banditi dal suo insediamento ad oggi. Da un punto di vista politico e legale, invece, va sottolineato che rimediare ai propri errori commettendone altri, di pari o maggiore gravità, non è di aiuto ai cittadini. Se i bandi sono andati deserti, bisognerebbe riflettere velocemente su cosa c’era di sbagliato in quegli avvisi. Tanto per cominciare, si potrebbe fare un mea culpa sui tempi per l’espletamento delle procedure di selezione del personale. Troppo spesso, infatti, è capitato che ai bandi dell’Asrem rispondesse un numero sufficiente di medici ma che, al termine delle procedure, quegli stessi medici erano già stati reclutati altrove.
E comunque il ricorso ad agenzie che procurano temporaneamente personale non può essere ovviamente una soluzione strutturale. Quando è in gioco la salute dei cittadini, le soluzioni tampone sono ancora più pericolose.
Toma ha voluto a tutti i costi l’incarico di Commissario ma sa bene che non è solo una questione di numeri o di disavanzo, perché coprire stabilmente il fabbisogno di personale medico qualificato, dopo che la mannaia decennale del blocco del turnover ha impedito il ricambio generazionale, deve essere il principale obiettivo dell’intera struttura dirigente della sanità molisana.
Inoltre, le procedure di gara sono andate in deroga alle regole fissate dalle linee guida per il funzionamento della Centrale Unica di Committenza, per le quali l’Asrem è legittimata ad indire autonomamente solo procedure di importo inferiore a 40.000 euro.
Salvaguardare l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari è un principio cardine per ogni amministratore, ma se si deve ricorrere a strumenti eccezionali per perseguirlo, bisogna stare attenti a non andare oltre la regolarità o, ancora peggio, la legalità.