LA MOLISANA MAGNOLIA BASKET CAMPOBASSO – ARAN CUCINE PANTHERS ROSETO 88-87 (dopo due tempi supplementari) (19-15, 31-38; 45-53, 70-70; 79-79)
CAMPOBASSO: Del Sole 15, Trozzola 6, Quiñonez 27, Moffa, Baldassarre, Šrot 21, Vitali, Del Bosco 19. Ne: Panichella, Amatori ed Egwoh. All.: Ghilardi.
ROSETO: Mingardo 22, Albanese 3, Džafić 6, Lucente 14, Zanetti 21, Azzola, Schena, Duran Calvette 20, De Vettor, Montelpare 1. Ne: Marini e De Mojana Di Cologna. All.: Orlando.
ARBITRI: Buonasorte e Di Pietro (Foggia).
NOTE: uscita per cinque falli Albanese (Roseto). Fallo antisportivo ad Albanese (Roseto).
Come nelle favole più belle. Alla terza partita nell’arco di cinque giorni, La Molisana Magnolia Campobasso infligge la prima sconfitta stagionale all’imbattuta leader del girone A del torneo di serie B Roseto e lo fa – in quello che è il recupero della quarta giornata – con una prova di grande temperamento che, una volta in più, avvalora un dato statistico di non poco conto. Per il coach tarantino William Orlando, infatti, tutti gli incroci con i #fioridacciaio recano con sé un finale che ha un’unica declinazione: quella cioè del referto giallo.
A SPRON BATTUTO In un’Arena con un buon colpo d’occhio per essere un match infrasettimanale, seppur con Amatori ed Egwoh a referto solo per onor di firma, le magnolie partono forte ed imbrigliano le proprie avversarie, recuperando palloni e fuggendo veloce in transizione (Quiñonez, top scorer di serata a quota 27, si conquista subito un antisportivo). Sull’altro fronte, le abruzzesi provano a dar fondo alle loro più ampie rotazioni, ma le campobassane con Šrot, Del Sole e Del Bosco sanno come rispondere presente.
PROBLEMI DI FALLI L’estrema fisicità della contesa rischia di essere un pesante rebus per le due formazioni nel secondo quarto (tre falli a testa per Quiñonez e Šrot sul fronte campobassano, nonché Albanese, invece, tra le fila rosetane). Tuttavia, le ospiti forti delle loro più profonde rotazioni riescono a prendere margine e intorno a Mingardo e alle triple di Lucente arrivano sul +7 dell’intervallo lungo.
CAMBIO DI ROTTA Il ricorso alla zona paga, con gli interessi, nel terzo quarto in cui pian piano le rossoblù si riavvicinano, pur partendo da un massimo svantaggio di -13, salvo pagare qualche errore di troppo nel finale che consente alle abruzzesi di mantenere tre possessi di margine al 30’.
LA TRIPLA DI ZALA Col pubblico campobassano che inizia a farsi sentire e a dare animo ai #fiorellinidacciaio da un lato e la zona che mette ulteriore sabbia negli ingranaggi abruzzesi, le magnolie riescono a riportarsi nuovamente sotto nell’ultimo periodo, anche se sul finale, con le due squadre lontane dal bonus, e Roseto che mantiene un possesso di margine la situazione pare difficile. A otto secondi dalla fine, però, le abruzzesi perdono palla in attacco e sull’azione successive Šrot pareggia i conti portando le squadre all’overtime.
SUL FILO DELL’EQUILIBRIO Il primo supplementare è un continuo rincorrersi tra le due contendenti a rincorrersi con le difese che finiscono comunque per essere più performanti, complice anche la stanchezza (soprattutto sul fronte campobassano con lo starting five di fatto in campo senza soluzione di continuità dall’avvio del terzo periodo in poi, come se fosse una prova di endurance) e con Quiñonez che, con un coast to coast, a fine periodo manda la contesa ad altri cinque minuti di fortissime emozioni.
SPRINT TERMOLESE Campobasso pare abbriviare al meglio l’ultimo periodo (80-79 col libero di Quiñonez), poi però Roseto mette a segno un parziale di 8-0. La tripla di Quiñonez, un tiro libero dell’ecuadoriana ed i canestri dalla media di Del Bosco e Del Sole (match winner la termolese) ribaltano l’inerzia e consegnano due punti che sanno di enorme soddisfazione alle magnolie.
A REFERTO CHIUSO Per il coach delle campobassane Franco Ghilardi, tra l’altro ex di giornata, la sintesi del dopo gara è un insieme di sentimenti forti.
«Sono soddisfatto della prova delle ragazze – argomenta il trainer ortonese – perché hanno veramente gettato il cuore oltre l’ostacolo e lo hanno fatto in una conformazione di roster dall’età media giovanissima (quindici anni e sei mesi). Hanno avuto la bravura di crederci sino alla fine e questo ha pagato».
Al pari di una zona «mai allenata, ma che, all’intervallo lungo, abbiamo deciso di montare per preservarci dai nostri problemi di falli».
Poi, circa le prospettive del girone di ritorno, preferisce glissare: «Ora resto con il pensiero a questo match, più in là vedremo cosa fare».
GIRONE DI RITORNO Per i #fiorellinidacciaio, ora, la prospettiva è quella del girone di ritorno del torneo con prima contro l’Élite Roma, quintetto superato con pieno merito all’andata sul parquet delle capitoline