Dal punto di vista ambientale la diffusione dei pannolini lavabili consentirebbe importanti risparmi di materie prime, ma anche di evitare l’introduzione in discarica di tonnellate di rifiuti, con conseguente risparmio da parte delle amministrazioni sui costi di conferimento.
I pannolini “usa e getta”, già nelle fasi di produzione, consumano ingenti risorse e inquinano l’ambiente (consumo di cellulosa, acqua ed energia, sbiancanti chimici, materie plastiche, ecc..); basti pensare che per produrre pannolini per un solo bambino (che ne utilizza circa 6000 nei primi tre anni di vita) si richiede una quantità di cellulosa pari a circa 10 grandi alberi e che la loro degradazione, che avviene in non meno di 500 anni, rilascia nell’ambiente svariate sostanze chimiche nocive, tra cui il poliacrilato di sodio, stagno tributile (TBT), diossina, xylene, ethylbenzene, e isopropylene.
Al contrario, le moderne soluzioni “lavabili e riutilizzabili” rappresentano una scelta rispettosa non solo dell’ambiente, ma anche della salute degli stessi bambini; i benefici che ne derivano sono infatti molteplici poiché evitano l’esposizione ed il contatto con sostanze potenzialmente tossiche, migliorano la traspirazione delle zone genitali, migliorano la percezione delle funzioni fisiologiche e contribuiscono, per le loro dimensioni maggiori, al mantenimento della posizione ottimale per il corretto sviluppo dell’articolazione delle anche.
Per questi motivi molti comuni italiani hanno scelto di incentivare la diffusione dei pannolini lavabili con efficaci campagne di informazione e sensibilizzazione, ed anche con sostegni diretti alle famiglie, attraverso la distribuzione di kit prova omaggio, rimborsi sugli acquisti dei pannolini lavabili, l’introduzione nei nidi comunali, convenzioni con le farmacie, esenzione totale o parziale delle tasse sullo smaltimento dei rifiuti; forme di incentivi che, in questo particolare periodo storico, costituirebbero un sicuro sostegno socio-economico alle famiglie che potrebbero così risparmiare importanti somme, se consideriamo che per un bambino si spendono in media circa 1650 euro per i pannolini nei primi 2/3 anni di vita, contro i 3/400 euro circa (dipende dai modelli e dalle marche) di quelli lavabili, senza contare che si possono eventualmente riutilizzare per altri figli, raddoppiando i risparmi.
Il bilancio “ecologico ed economico” derivante dal confronto tra le due tipologie di pannolini, anche tralasciando l’aspetto legato ai rifiuti, è a favore di quelli lavabili giacché i consumi idrici ed energetici dovuti al lavaggio dei pannolini in lavatrice non sono superiori a quelli del ciclo vitale-produttivo dei pannolini usa e getta; lavare i pannolini con lavatrici ad alte prestazioni energetiche, a pieno carico e a temperature medie, consente di spostare nettamente il bilancio idrico ed energetico a favore dei pannolini lavabili.
La mozione chiederà quindi al Consiglio Comunale di impegnare l’esecutivo a prevedere nel corrente esercizio di bilancio, idonee coperture finanziarie per avviare e sostenere progetti di promozione ed incentivazione per l’utilizzo dei pannolini lavabili, nelle forme che si riterranno più idonee, insieme a campagne di informazione e formazione che ne evidenzino i vantaggi per i bambini, per le famiglie e per l’ambiente.