La Coalizione Civica, dopo l’aggiornamento del Consiglio comunale di venerdì 23 ottobre 2015 per la mancanza del numero legale, ha attaccato duramente la maggioranza di Palazzo San Giorgio, attraverso due comunicati: il primo, a firma di Coralbo, Cancellario, Pilone e Tramontano; il secondo sottoscritto dal solo capogruppo di Democrazia Popolare.
Nella prima nota stampa, i quattro esponenti dell’opposizione sottolineano come “si siano scritte le regole senza rispettarle, mancando il visto del dirigente demandato al coordinamento generale dell’ente, che ha l’obbligo di apporre parere di congruità politica su tutti i documenti di Giunta e di Consiglio. Il sindaco e l’esecutivo hanno nominato un tutor – scrivono i quattro consiglieri – per poter lavorare, si spera, correttamente. Nemmeno questo è bastato, perché il documento portato in aula non era stato vistato dal dirigente. Così facendo, i cittadini non conoscono risposte su temi nevralgici sui quali pende un giudizio del Tar Molise”.
“La questione politica più grave – proseguono Pilone, Cancellario, Tramontano e Coralbo – è che il sindaco e l’assessore all’Urbanistica non hanno una maggioranza che li sostiene. Il numero legale è caduto sul vizio di forma sollevato da Pilone, trasformato in un’acuta pregiudiziale. In aula non c’erano undici consiglieri, nonostante la presenza di Di Bartolomeo e Cancellario, quest’ultima in qualità di presidente dell’assise”.
“È un orrore sacrificare per gli equilibri di un partito – concludono i quattro – il futuro di una città”.
Dopo la nota stampa a firma congiunta, il consigliere comunale Pilone ha inviato un altro comunicato, sempre inerente l’assise comunale di venerdì 24.
“La maggioranza sull’urbanistica e su altre questioni è allo sbando. Nel caso di specie, sulle linee di indirizzo del Piano Casa, crediamo che questo fosse un argomento da rigettare a priori perché le strutture di pertinenza avevano tutti gli strumenti per dare risposte celeri alla cittadinanza. Si è voluto coinvolgere il Consiglio, in una situazione sottoposta all’attenzione del TAR, per far assumere responsabilità tecniche che all’organo assembleare, in questa fase, non competevano. Nel metodo ci troviamo di fronte ad una proposta di delibera (l’ennesima) viziata sia nella forma che nell’impostazione procedurale, che così impostata può dare la “stura” per eventuali atti che facilmente sfociano in ricorsi amministrativi da parte di privati. Nello specifico – prosegue Pilone – la pregiudiziale da me presentata andava ad evidenziare il fatto che mancasse la firma del dirigente dell’area ‘Organizzazione, Indirizzo e Controllo’, così come previsto dalla stessa Giunta con Delibera numero 161 del 7 agosto 2015. La cosa gravissima che all’atto della votazione la maggioranza ha rigettato questa stessa teoria, sindaco compreso, calpestando non solo l’atto giuntale ma le regole stabilite dall’organo esecutivo. Ecco che è stato indispensabile ‘contare’ i neo-sostenitori del rispetto delle regole da loro stessi stabilite, ma i numeri non c’erano. I ‘difensori’ delle norme erano solo otto. Occorre tornare a casa e ripartire d’accapo”.