Palazzo Moffa, Micone sul sistema dei tirocini: “Andiamo verso una rete di monitoraggio per realizzare strumenti di politica attiva”

Il consigliere regionale Salvatore Micone

Si è tenuta in Seconda Commissione Consiliare in Consiglio Regionale un incontro con le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL avente ad oggetto la disciplina e l’utilizzo del tirocinio.

“Il tirocinio è uno strumento di politica attiva che deve favorire la realizzazione di esperienze formative da parte dei giovani finalizzate all’acquisizione di competenze da spendere nel mercato del lavoro”, introduce l’argomento il Presidente della II Commissione Salvatore Micone.

“Ritengo che sia un confronto necessario visto l’attuale tema legato all’utilizzo dello strumento del tirocinio nella Regione Molise. Di grande attualità vista anche la diffusione di tale strumento di politica attiva dovuta al Programma Garanzia Giovani tuttora in itinere”, sottolinea Micone.

“Proprio partendo dall’esperienza del Programma Garanzia Giovani – scrive Micone – ho avuto modo di fare alcune riflessioni su taluni aspetti delle politiche attive del lavoro che sono, o dovrebbero essere, alla base dei flussi occupazionali caratterizzanti il mercato del lavoro regionale. Ho pertanto avuto modo di analizzare la normativa regionale adottata in attuazione delle Linee Guida nazionali del 2013 e della Direttiva attuativa adottata dalla Giunta Regionale nel 2013. Mi sembra che l’impostazione generale sia rispondente alla normativa nazionale ed alla ratio ad essa sottesa. Al di là delle tipologie di tirocinio e delle relative modalità di svolgimento tuttavia, anche in seguito ad esperienze di realizzazione di tirocini nella nostra Regione, penso che, a distanza di più di due anni dalla stesura della normativa regionale, sia necessario ed urgente, attivare, in linea con quanto già statuito in altre regioni, un sistema di monitoraggio che consenta di valutare l’efficacia del tirocinio come strumento di politica attiva”.

“Alla base della rivisitazione a livello nazionale della disciplina dell’istituto e della relativa attuazione a cui tutte le regioni sono state chiamate, c’è stata infatti proprio la necessità di evitare abusi ed usi distorti del tirocinio, sulla base della considerazione della centralità di tale strumento nell’ambito del mercato del lavoro. Si è voluto perseguire – prosegue Micone – l’obiettivo di fare in modo che le esperienze riconducibili ad un tirocinio fossero effettivamente un momento di acquisizione di competenze da spendere nel mercato del lavoro o un primo passo verso un’effettiva assunzione da parte delle aziende, non anche uno sfruttamento di manodopera a basso costo da parte dei datori di lavoro”.

“Il tirocinio – scrive Micone è quello strumento che deve garantire ai giovani il passaggio dalla formazione al lavoro ed alle aziende la possibilità di formare giovani da inserire eventualmente nel proprio organico. Questo deve essere legato a mio avviso anche all’inversione di tendenza portata avanti da questo Governo Centrale rispetto alla proliferazione di tipologie contrattuali flessibili. Intendo dire che laddove gli input dettati dalla più recente normativa nazionale vanno nella direzione della reviviscenza del contratto di lavoro a tempo indeterminato, assume maggiore attenzione ed un ruolo centrale il “sopravvissuto”strumento del tirocinio che spesso costituisce l’unica strada di primo accesso al mondo del lavoro. Da ciò voglio evidenziare l’importanza e la centralità del buon funzionamento di tale strumento a cui siamo tutti chiamati a rispondere”.

L’attuale previsione normativa regionale, che consente la promozione da parte della Regione di azioni di monitoraggio, credo si sia rivelata insufficiente per governare l’utilizzo dello strumento del tirocinio. Credo che sia arrivato il momento di prevedere  un monitoraggio sistematico, partendo da un modifica della norma regionale. A tal fine questa Presidenza intende promuovere, con l’apertura ad un confronto con la II Commissione e con le parti sociali, la strutturazione di un sistema di monitoraggio condiviso ed efficace che consenta la programmazione e realizzazione di reali misure di politica attiva. In tale ottica dovrà essere implementato a mio avviso un sistema di controllo che dia la garanzia del corretto utilizzo di tali esperienze formative.

Il confronto di oggi con le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL è stato proficuo e ha dato giusti spunti per la revisione del testo normativo al fine di garantire una ripartenza del mercato del lavoro regionale. E’ un obiettivo ambizioso – conclude il consigliere regionale – ma imprescindibile per dare un riscontro concreto alle politiche di programmazione ed occupazionali”.

 

 

 

 

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