“L’allarme degli enti di formazione professionale – scrive l’opposizione a Palazzo Moffa -: settore bloccato, corsi di formazione ridotti al minimo, giovani molisani costretti ad emigrare nelle regioni limitrofe per formarsi, enti in forte difficoltà economica, lavoratori e operatori della formazione professionale senza lavoro e retribuzione. La risposta dell’Assessore? “Impegno costante della Giunta per avvicinarci alle buone pratiche dei territori più avanzati”, ma sinceramente non riusciamo a capire quali siano i risultati raggiunti o quelli che si vogliono raggiungere, e quali le buone pratiche dei territori cosiddetti avanzati.
Inoltre, riguardo al passato, ha parlato di assistenzialismo e della necessità di “dare un segnale di novità e di indirizzo verso un nuovo modo di concepire il sistema dell’istruzione e della formazione professionale”, un continuo modus educandi, e che l’obiettivo da perseguire è “una strategia di potenziamento, integrazione e valorizzazione delle attività formative per tutto l’arco della vita delle persone”; ma la programmazione europea 2007-2013 non disegna già questo quadro e ne ha sperimentato le azioni?
È possibile che dalla delibera di Giunta regionale n. 141 dell’8 aprile 2014 non sia stata più rilasciata alcuna autorizzazione alle attività libere di formazione professionale? Corsi che non prevedono alcun contributo o sostegno pubblico. I corsi liberi, a partire dal 2006, hanno consentito alla Regione Molise di rilasciare 19.313 attestati, numeri che ha fornito l’Assessore, e questo è sicuramente un dato che non può non essere considerato come positivo, indica la funzionalità di un settore che ha prodotto risultati economici sul territorio, dando la possibilità di intraprendere esperienze lavorative con la formazione professionale adeguata. Certo occorre incrementare i controlli sugli Enti e sulla qualità dei risultati.
E poi la questione degli Operatori della Formazione Professionale. Siamo passati dai 365 originariamente iscritti sull’albo regionale agli attuali 71, ai quali aggiungere altre 15 unità impegnate in attività di supporto. Un dato che certamente deve far riflettere sulla necessità di intervenire con gli strumenti adeguati per riorganizzare l’intero settore. Operatori che dal primo giugno si ritrovano senza alcuna forma di accompagnamento al reddito, con il 99% di essi che è ancora in attesa di percepire le spettanze arretrate.
E la soluzione trovata con la deliberazione n. 210 del 6 maggio 2015, grazie ai fondi rinvenienti dalla programmazione dei precedenti governi, che avrebbe dovuto garantire altri 12 mesi di lavoro al personale attraverso un progetto ponte, a che punto è? Quando verrà pubblicato il bando?
Non sono stati sufficienti dodici mesi per “studiare la soluzione”?
E la nuova legge regionale in materia, più volte annunciata dall’Assessore negli ultimi mesi, che ridisegnerà “il sistema dell’istruzione e della formazione professionale in un’ottica integrata”?
Ricordiamo, ancora una volta, che è depositata in Quarta commissione, da più di un anno, una nostra proposta di legge (Norme sul sistema educativo regionale), che si pone un obiettivo preciso, ripensare il modello di sistema di istruzione e formazione come passaggio fondamentale in un’ottica di sviluppo dell’intero Sistema Regione. Una proposta di legge che vuole offrire al Molise gli strumenti necessari per affrontare le sfide che l’Italia, l’Europa e il mondo pongono continuamente in termini di crescita, sviluppo e competitività.
La proposta del Centrodestra ha un chiaro intento: elevare conoscenze e competenze, assumendo come elementi strategici la qualificazione del sistema, la programmazione regionale degli interventi, la valutazione, il controllo e il monitoraggio.
Un lavoro predisposto dal precedente governo di concerto con i sindacati, con gli enti e con gli operatori, che non ha visto concluso il suo iter solamente per l’interruzione della precedente legislatura, e che abbiamo ritenuto di ripresentare come minoranza, estendendolo anche al sistema educativo così da dar vita ad una legge quadro completa, e soprattutto ammodernandolo, recependo tutte le normative intervenute, confrontando le varie scuole di pensiero teoriche e le esperienze sperimentate nel campo.
Proposta accantonata, mai discussa, evidentemente in attesa che venga trasmessa quella preannunciata dall’Assessore sulla quale da mesi è aperta una fase di concertazione.
Ci chiediamo qual è il ruolo della minoranza nelle commissioni e in Consiglio regionale, visto che non sono mai state poste all’ordine del giorno le nostre proposte di legge: “Disposizione per la tutela dei diritti dei cittadini stranieri immigrati”, “Norme per la istituzione del servizio di psicologia territoriale”, “Istituzione del reddito minimo garantito”, “Interventi regionali per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini”.
Non abbasseremo la guardia su questo e su altri punti – concludono Iorio, Fusco, Cavaliere, Sabusco e Micone -, e quando la proposta della Giunta verrà portata in Commissione, ai sensi dell’art. 27 del regolamento interno, chiederemo l’esame congiunto per addivenire ad un testo condiviso che rilanci per davvero il settore della formazione professionale e dell’istruzione”.