La notizia della decisione, da verificare, dell’imminente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge delega sulla riforma della scuola lascia perplessi. Da una parte La Gilda esprime soddisfazione perchè era da noi stato in più occasioni richiesto che sui temi dello status giuridico dei docenti, della progressione di carriera, del cosiddetto merito, della governance della scuola, delle classi di concorso si passasse alla normale procedura parlamentare con legge delega visto che non ci sono i requisiti di necessità e urgenza per procedere con decreto legge, ma soprattutto perchè su tali delicati temi è necessario il più ampio coinvolgimento delle forze politiche e delle organizzazioni sindacali.
Non si comprende invece perchè non si proceda per decreto legge sulla questione della stabilizzazione del precariato e la costituzione del’organico funzionale tanto sbandierate da Renzi. Qui ci sono tutte le condizioni di urgenza e necessità. I tempi sono infatti molto brevi per consentire tecnicamente le promesse immissioni in ruolo per il 1 settembre 2015 e per la definizione degli organici. Il sospetto è che il governo, incapace di affrontare la questione del precariato che ha riflessi politici e amministrativi molto complessi, costringa il Parlamento a votare con un unica legge delega tutto il pacchetto (precariato più riforma) in tempi brevi per evitare lo slittamento delle immissioni in ruolo. Si utilizzerebbe ancora una volta la situazione inaccettabile del precariato strutturale per forzare tutto l’assetto giuridico della docenza mettendo in un angolo la possibilità di intervenire con tempi adeguati alle forze politiche, ai sindacati e alle associazioni professionali con modifiche e controproposte. Vedremo.