È innegabile che la legge ha coperto un vulnus gravissimo che negli ultimi anni non ha permesso lo sviluppo delle iniziative editoriali, portando alla crescita della disoccupazione nel nostro settore e alla chiusura di diverse testate giornalistiche.
Abbiamo collaborato fattivamente con la Regione Molise affinché questa legge ponesse dei paletti chiari nei confronti del nostro settore e determinasse con certezza la misura economica degli aiuti. Il punto sul quale l’Ordine non è mai sceso a compromessi è stato il valore del lavoro giornalistico nelle redazioni. Fattore che è rientrato a pieno titolo nella legge regionale.
Questa legge, infatti, pone le basi per chiudere una parentesi molto dolorosa per la nostra categoria, rappresentata da precari e alcune volte da giornalisti costretti a lavorare in nero. Indirettamente non permette quel vergognoso strumento dell’equo compenso, che con il benestare del sindacato, aveva riconosciuto in 300 euro mensili una cifra “dignitosa” per poter vivere da giornalista. La legge assegna fondi in base al numero dei giornalisti impiegati in redazione (solo assunti a tempo indeterminato) e al salario percepito. Meno viene pagato un giornalista meno fondi sono a disposizione della testata giornalistica richiedente.
Inoltre non è da trascurare il fatto che la misura economica regionale si va ad aggiungere ai fondi nazionali messi a disposizione in misura consistente per le televisioni private attraverso la legge 448 del Corecom, a cui tutte le tv regionali partecipano, usufruendo già dei benefici. Di fatto tv, giornali e online molisani avranno circa 2 milioni di euro di aiuti all’anno che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti europei. Un risultato che si può definire positivo, anche alla luce dei fondi già assegnati in misura notevole in questi anni alle tv molisane proprio grazie alla legge nazionale.
La “battaglia” sui nuovi strumenti di informazione rappresentati dalla rete: il requisito dell’anzianità di iscrizione al Roc è stato portato a 3 anni o almeno dal 2012, ampliando in maniera imparziale e completa la rosa degli aspiranti cosi come da noi richiesto.
Infine, dopo la proficua collaborazione tra la Regione e tutti i soggetti interessati che ha visto più volte riunire tavoli appositi per la discussione comune, auspichiamo che in sede di stesura del Regolamento ci sia un incontro tra i due Enti pubblici, Ordine e Regione, considerando il tecnicismo dei criteri da definire inerenti il personale giornalistico che è rappresentato esclusivamente dall’Ordine.