Il problema dell’occupazione femminile non è nuovo in Italia, ma durante la pandemia è peggiorato ulteriormente limitando i progressi fatti negli anni precedenti. Molte donne si sono infatti trovate costrette a lasciare il lavoro o passare al part-time per dedicarsi alla cura di bambini e familiari bisognosi di assistenza durante il lockdown e la chiusura delle scuole. Dati alla mano, le donne che hanno perso il proprio impiego nel 2020 sono il doppio rispetto agli uomini, con un tasso di occupazione che è calato del 1,3%. Non tutte hanno poi avuto la possibilità di rientrare nel mercato del lavoro: il reintegro ha coinvolto le donne soltanto nel 42,2% dei casi. Ciò crea grossi problemi non solo dal punto di vista della parità di genere, ma anche per lo sviluppo complessivo dell’economia del paese.
L’importante ruolo dell’istruzione
Uno degli elementi chiave per affrontare la situazione può essere individuato nell’istruzione. Questa ha un doppio ruolo che copre sia la disponibilità di scuole e asili, che la vera e propria formazione della nuova forza lavoro femminile.
In primo luogo, la presenza di strutture scolastiche e per l’infanzia adeguate e accessibili permetterebbe a molte donne di cercare un impiego, invece di essere costrette a restare a casa per dedicarsi alla cura dei figli. Per quanto riguarda la formazione professionale, poi, offrire la possibilità di apprendere le competenze più richieste darebbe alle donne un vantaggio competitivo importante sul mercato del lavoro. Esistono infatti diverse professioni, in particolare nel settore digitale, per cui le aziende faticano a colmare il divario tra domanda e offerta. Per alcune donne, ad esempio, la svolta è stata un corso di coding per web developer come quello erogato da Aulab, che in pochi mesi permette di avvicinarsi a una nuova carriera con buone prospettive di impiego e stipendio anche partendo da zero. Il lavoro di programmatore web è un’opzione interessante anche perché permette di lavorare a distanza e volendo part-time, offrendo quindi una maggiore flessibilità. Puntare sulla formazione digitale contribuisce anche a diminuire il divario digitale tra uomini e donne, un altro problema che rallenta la crescita dell’Italia.
La situazione in Molise
A livello nazionale, le donne cercano lavoro più degli uomini e sono generalmente più istruite, ma hanno tuttavia meno successo in termini di assunzioni. Nelle regioni come il Molise, dove il tasso generale di occupazione è inferiore, il numero di candidati è invece omogeneo e si attesta intorno al 53% sia per gli uomini che per le donne. La differenza si nota però nel numero di contratti effettivamente stipulati, che in regione si ferma sotto al 40% per le donne. In molti casi si tratta poi di situazioni lavorative precarie: nel 2021 il 49% delle donne occupate aveva un impiego part time.
In Molise, un esempio positivo è quello di Poste Italiane, dove il 59% degli occupati è donna. Ciò non si limita a ruoli subordinati, ma include anche posizioni di leadership e responsabilità. Nella provincia di Campobasso 29 uffici postali sono interamente al femminile, dalla direzione al contatto col pubblico, evidenziando l’impegno dell’azienda verso la parità di genere.
Nei prossimi mesi, i fondi Pnrr potranno avere un impatto positivo per l’occupazione femminile in Italia e in Molise. A livello nazionale saranno erogati investimenti per 400 milioni di euro per sostenere l’imprenditoria e la creazione di aziende da parte di donne. In Molise si punterà sull’istruzione con la creazione di 264.480 posti nelle scuole, che include messa in sicurezza e costruzione di asili nido e scuole materne. Si spera così di favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro, offrendo alle famiglie un migliore supporto da parte delle istituzioni.