Domenico Rotondi
Legambiente Molise lancia l’allarme sugli effetti preoccupanti prodotti dal surriscaldamento climatico, in quanto si stanno costantemente abbassando i livelli idrici degli invasi molisani. Un cambiamento incessante che, oltre a minare l’assetto idrogeologico della regione, sta mettendo a rischio la caratteristica naturalistica delle aree territoriali di pregio, tra cui lo straordinario habitat del lago di Occhito, già riconosciuto e tutelato dall’Unione Europea quale Sito di Interesse Comunitario, nonché successivamente con la duplice qualifica di Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale, ai sensi delle direttive 92/43/CEE habitat e 2009/147/CE Uccelli(IT7222248, Lago di Occhito).
Intanto, i monitoraggi idrografici, portati a termine dai tecnici del Consorzio di bonifica della Capitanata, hanno mostrato chiaramente le molteplici criticità sopraggiunte, nonostante i recenti fenomeni temporaleschi. Tale dato, oltre ad allarmare le autorità regionali pugliesi per quanto riguarda il rischio, sempre più attuale, della desertificazione, ha evidenziato i problemi legati alla conservazione della biodiversità nell’area indicata, al fine di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere quelli della generazione futura. È chiaro che il prelievo continuo di acqua dall’invaso di Occhito mette a serio rischio il mantenimento degli equilibri biologici ed il ruolo ecologico-funzionale complessivo dell’area. Basti pensare ad esempio alle specie vegetali tipiche delle aree acquatiche come le lenticchie d’acqua e la tipha e delle zone umide quali pioppi e salici e la canna di palude (specie che caratterizzano l’habitat 92A0 di alto interesse conservazionistico) presenti lungo le sponde del bacino lacustre e fluviale che vedono venir sempre meno il proprio areale di distribuzione a causa della costante e crescente pressione antropica con rispettivo aumento di specie aliene opportuniste, maggiormente resistenti alle modificazioni di questi delicatissimi habitat ma deleterie per le specie tipiche di queste zone. Anche le specie faunistiche risentono fortemente della riduzione del livello dell’acqua che può portare a una serie di problemi, tra cui la perdita di habitat, la diminuzione della disponibilità di cibo e l’aumento della competizione per le risorse rimanenti. Inoltre, la frammentazione dell’habitat può ostacolare le migrazioni e gli spostamenti stagionali, cruciali per molte specie di uccelli e altri animali. Si evidenzia che l’area allo stato è ecologicamente rilevante per una notevole ornitofauna (airone bianco maggiore (Ardeaalba), martin pescatore (Alcedoatthis),cicogna bianca (Ciconiaciconia),falco di palude (Circusaeruginosus), albanella reale (Circuscyaneus),albanella minore (Circuspygargus)etc.), per alcuni invertebrati (Osmodermaeremita) e che sono ben rappresentati anche taxa appartenenti ad altre classi come anguilla europea (Anguillaanguilla), alborella meridionale (Alburnusalbidus),tritone italiano (Lissotritonitalicus). Da tale situazione attuale per Occhito, ed in generale per tutti i bacini molisani, servono urgentemente misure specifiche che prevedano interventi infrastrutturali volti a perseguire il risparmio della risorsa acqua in primis, coinvolgendo i consorzi di bonifica nella realizzazione di progetti e percorsi orientati all’utilizzo di pratiche agricole che richiedono minori input idrici. Fondamentale però è mettere al centro delle politiche gestionali il valore ecologico di questi bacini, garantendo la conservazione degli habitat e delle specie di fauna e flora di interesse comunitario presenti e della biodiversità in generale, mantenendo o laddove necessario ripristinando gli equilibri biologici in atto, preservando il ruolo ecologico-funzionale dell’intero ecosistema altrimenti ci troveremo sempre più spesso nei prossimi anni ad affrontare situazioni come quella che stiamo vivendo. Secondo l’associazione Legambiente Molise sarebbe utile istituire una cabina di regia che metta in rete le diverse governance dei bacini idrici molisani tenendo conto del fatto che la gestione dei tre più importanti bacini artificiali presenti nella Regione è in capo a tre soggetti diversi (Molise Acque per il Liscione, Consorzio di Bonifica della Capitanata per Occhito e Consorzio di Bonifica del Sud Vastese per Chiauci) i quali si trovano a far fronte alle primarie necessità dei territori in cui l’acqua viene erogata, piuttosto che a quelle dei territori in cui insistono i bacini.
Gli strumenti di governo del territorio ci sono, basti citare i Piani di gestione dei siti Rete Natura 2000 e i Contratti di fiume. I primi sono nati per l’individuazione delle misure di conservazione necessarie per garantire il “mantenimento ovvero, all’occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie”di interesse comunitario, e all’individuazione di tipologie di azioni ammissibili (in quanto compatibili con la tutela del sito). I secondi rappresentano un accordo volontario, tecnico e finanziario tra i partner pubblici e privati interessati alla gestione territoriale, concertata e sostenibile delle risorse dell’acqua su scala di un’unità idrografica. Sono uno strumento di programmazione strategica e negoziale, di attuazione delle Direttive Europee che favorisce la territorializzazione delle politiche pubbliche e la partecipazione in forma di governo aperto.
La crisi climatica avanza, tutelare la biodiversità è l’unica soluzione per tutelare la nostra vita e quindi il nostro futuro guardando a ciò che ci circonda con una visione olistica.