“Ridurre subito la ‘tassa sulla salute’, ovvero il superticket di 10 euro dalle prestazioni sanitarie, in primis quelle specialistiche”. Lo afferma Fabrizio Ortis, portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle, dopo la divulgazione dell’ultimo Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali da parte della Corte dei conti. Un rapporto che attesta la contrazione delle entrate per lo Stato derivanti dai ticket sulle prestazioni sanitarie, passato da oltre 1,5 miliardi di euro del 2012 a poco più di 1,3 miliardi del 2017, con particolare riduzione per le prestazioni di specialistica ambulatoriale. L’anno scorso, infatti, sono entrati nelle casse statali ben 14 milioni di euro in meno rispetto al 2016.
Principale ‘indiziato’, secondo Ortis, il famigerato superticket, ovvero l’importo aggiuntivo di 10 euro che i cittadini pagano su ogni ricetta per prestazioni di diagnostica e specialistica, applicato con Decreto Legge n. 98 del 2011. Una tassa “iniqua e ingiusta”, dichiara il senatore, “che finisce per favorire il privato a discapito del Servizio sanitario nazionale, già svantaggiato a causa del problema delle liste di attesa. Per una serie di prestazioni più a basso costo, infatti, proprio a causa del superticket può risultare economicamente più vantaggioso effettuare la medesima prestazione in regime privato”.
Uno squilibrio già denunciato dall’associazione Cittadinanzattiva, che il portavoce pentastellato a Palazzo Madama vuole impegnarsi a superare o quantomeno a ridurre drasticamente, nella prossima Legge di Bilancio, visto anche il monito della Corte dei Conti.
“La magistratura contabile – spiega infatti Ortis – ha richiamato l’attenzione del Parlamento sulla necessità di evitare che livelli di compartecipazione troppo elevati (soprattutto nella specialistica) favoriscano lo spostamento dal Servizio sanitario nazionale verso strutture private, minando la stessa possibilità di garantire livelli di assistenza adeguati”.
Come ricordato da Cittadinanzattiva, la norma che ha previsto il superticket ha anche dato la possibilità alle Regioni di ricorrere a misure alternative ai 10 euro sulla ricetta, “ma in particolare il Molise non se ne è avvalso. Per questo – ancora il senatore – intendiamo batterci per dire basta a una disparità territoriale tra le regioni che finora impedisce ai cittadini di avere pari diritti e opportunità di cura, sia nell’accesso che nell’offerta. Occorre invece garantire – conclude Ortis – maggiore equità e pari accesso alle prestazione per le fasce più a rischio, come gli inoccupati”.