L’H-Open Day nasce in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), che ha premiato Neuromed con i famosi Bollini Rosa in quanto ospedale “a misura di donna”, ed è finalizzato a promuovere un accesso omogeneo e più appropriato alle terapie del dolore su tutto il territorio. L’iniziativa, realizzata in occasione della 14° Giornata Nazionale del Sollievo – ha ottenuto il patrocinio di AISD, Federdolore, Fondazione Procacci, SIAARTI, SICP e Vivere onlus, grazie al sostegno di Mundipharma.
Il Centro di Medicina del Dolore del Neuromed assiste da anni pazienti affetti da dolore cronico. Si tratta di persone il cui dolore è riconducibile a svariate ragioni, spesso molto differenti tra loro. “Parliamo di dolori provenienti dalla colonna vertebrale, cervicalgie, lombosciatalgie la cui causa può essere di tipo osteoarticolare o provenire da compressione delle radici nervose e così via – spiega il professor Bruno Marcello Fusco, responsabile del Centro per la Medicina del Dolore Neuromed – nevralgie violente ed incessanti quali quelle post erpetiche, la nevralgia del trigemino o altre patologie simili; ancora cefalee croniche refrattarie e cioè non rispondenti a terapia farmacologica. Il Centro, inoltre, cerca di lenire il dolore in alterazioni croniche articolari o muscolari come la fibromialgia; patologia “nascosta” ma frequente che altera in modo significativo la qualità della vita. Il Centro per la Medicina del Dolore Neuromed è negli anni cresciuto – continua Fusco – dandosi sempre più una dimensione multidisciplinare. Studiamo il paziente non solo per la sintomatologia dolorosa che presenta di per sé, ma cerchiamo di verificare la presenza di altre patologie indipendenti dal dolore che possono alterare la risposta ai farmaci o creare una controindicazione al loro uso. Cerchiamo, dunque, di equilibrare un corretto uso di farmaci con un concomitante ausilio di trattamenti strumentali altrettanto efficaci. Di recente introduzione la radiofrequenza pulsata, già usata e collaudata in alcune forme dolorose, attualmente utilizzata anche nella terapia delle cefalee croniche refrattarie ed in particolare per la cefalea a grappolo per la quale stiamo ottenendo ottimi risultati. Ponendo la persona al centro della nostra attività – conclude Fusco – è ovvio che la componente psicologica diventa un legante della nostra esperienza medica nel rapporto con il paziente e credo, inoltre, che giornate come quella di sabato siano di fondamentale importanza al fine di informare correttamente, e poi curare, chi è affetto da dolore cronico”.
Il dolore cronico rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari, in Europa e nel mondo: comporta gravi conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psico-emozionale e delle relazioni sociali e ha un impatto molto pesante in termini di costi socio-economici.
Sempre più evidenze scientifiche rivelano che la sintomatologia dolorosa è in realtà più frequente e più intensa nelle donne rispetto agli uomini. È il sesso femminile, inoltre, ad accusare più facilmente emicrania, cefalea, artrosi, sindrome del colon irritabile, artrite reumatoide, osteoporosi. Un quadro che si complica con l’aumentare dell’età e fino alla menopausa: gli ormoni femminili, infatti, incrementano l’allerta e l’attività del sistema nervoso e, di conseguenza, la trasmissione del dolore. Troppo spesso però le donne tendono ad accettare passivamente lo status di disagio in cui versano e sviluppano strategie di sopportazione.
“Gli studi e i dati epidemiologici documentano che molte delle patologie responsabili di dolore cronico tendono ad avere un’incidenza maggiore nella popolazione femminile”, afferma Francesca Merzagora, Presidente di Onda. “Le donne presentano, peraltro, una maggior sensibilità al dolore su entrambi i piani, sensitivo ed emotivo e dunque è fondamentale poter assicurare loro il sostegno e le cure più appropriate. Sono trascorsi ormai oltre 5 anni dall’approvazione della Legge 38 ma, nonostante gli sforzi compiuti per la sua applicazione sul territorio, non si è ancora sufficientemente diffusa in Italia la ‘cultura’ del diritto a non soffrire: ancora oggi, prevale l’opinione che il dolore sia in qualche modo un compagno inevitabile della malattia, al quale troppo spesso ci si rassegna. Scopo dell’iniziativa H-Open Day, giunta quest’anno alla sua terza edizione, è quello di indirizzare le donne nei centri di riferimento della loro città, affinché possano ricevere un’adeguata assistenza”.