La Giunta regionale con delibera 210 del 2019 ha rinnovato il Consiglio d’amministrazione di Molise Dati, la società che si occupa dell’informatizzazione degli Uffici e dei servizi della Regione, per il triennio 2019-2021.
Secondo il Movimento 5 Stelle, l’esecutivo guidato da Toma “lo ha fatto senza garantire rappresentatività alla minoranza all’interno del cda e senza coinvolgerla in alcun modo nel processo di designazione”.
Non una cosa di poco conto per i pentastellati, in base alla legge regionale, la numero 3 del 1999 che, al comma 4 dell’articolo 2, specifica: “per la designazione dei componenti di spettanza della Regione nel Consiglio di amministrazione assicurata la rappresentanza della minoranza”. “Le minoranze, lo ripetiamo, – rimarcano i consiglieri di minoranzaa Palazzo D’Aimmo – non sono state né rappresentate né sentite e/o coinvolte in alcun modo nel procedimento di designazione dei membri della società. A questo – dicono ancora – aggiungiamo che nella delibera non si fa menzione circa l’acquisizione dei curricula dei componenti designati, documenti che quindi consideriamo non acquisiti dalla Giunta, come invece sempre accaduto in passato”.
“In definitiva, nella delibera numero 210 del 2019 non si rinviene alcun criterio meritocratico per la selezione dei componenti di Molise Dati designati dalla Giunta”. I portavoce M5S in Consiglio regionale ritenendo, dunque, illegittima quella delibera in quanto adottata in palese violazione di una legge regionale vigente, hanno presentato una mozione in Consiglio regionale chiedendo la revoca dell’atto regionale e chiedendo la designazione di un nuovo cda in base a criteri meritocratici e con il coinvolgimento della minoranza.
L’immediata discussione dell’atto è stata però bocciata. “Con i soliti numeri risicati: 8 sì, 8 no e 2 astensioni. Lo riteniamo un sopruso, – concludono – l’ennesimo ai danni dell’opposizione, del Movimento 5 Stelle, quindi ai danni dei cittadini”.