Sul palco Tullio Solenghi restituisce la lingua originale di Giovanni Boccaccio rendendola accessibile e comprensibile come fosse la lingua di un testo contemporaneo. Uno spettacolo divertente e colto davvero per tutti.
Solenghi affronta la lettura interpretata di sei tra le più note novelle: Chichibio e la Gru, Peronella, Federigo degli Alberighi, Masetto di Lamporecchio, Madonna Filippa, Alibech.
“Il nostro lavoro non è stato attualizzare Boccaccio – scrive Sergio Maifredi nelle note di regia – ma conservarne e curarne il suo essere contemporaneo. Quindi: non trasferirlo nel nostro tempo, ma mantenerlo contemporaneo a noi. L’essere contemporaneo ha bisogno della giusta distanza. Boccaccio ha il merito di aver elaborato il primo grande progetto narrativo della letteratura occidentale, inserendo i cento racconti in un libro organico capace di rappresentare, la varietà e complessità del mondo. A tutti è concessa una storia, dai re agli operai”.