In base al dettato costituzionale, la Formazione Professionale è una competenza esclusiva delle Regioni, è un servizio pubblico che ha la funzione di favorire l’occupazione in stretto collegamento con le richieste che provengono dal mercato del lavoro e dal territorio: lo scrive in una nota stampa il Delegato UIL scuola Molise, Ferdinando Mancini.
L’obiettivo del decentramento è stato quello di rendere il sistema di FP flessibile e vicino alle esigenze territoriali, adeguato alle specificità dei sistemi produttivi e alle potenziali forze lavoro locali.
La legge quadro 845 del 1978 riconosce la funzione di indirizzo e di coordinamento del governo, nel cui ambito ciascuna regione può agire in modo autonomo e secondo la propria linea politica. Con la riscrittura del Titolo V, si è ribadito che l’istruzione è materia esclusiva dello Stato, “salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale”, di competenza regionale.
La Regione Molise, a differenza di tante altre regioni Italiane, ha deciso di affidare tramite convenzioni l’attività di Formazione Professionale ad Agenzie ed Enti accreditati riconosciuti idonei a svolgere questa attività. Purtroppo questa scelta sembra non essere risultata sempre la migliore. È arrivato il momento di fare il punto sul futuro della Formazione Professionale Molisana, tanto da poter contribuire allo sviluppo del Molise e anche per trovare una soluzione al problema di 90 lavoratori, 75 iscritti all’Albo Regionale e 15 di supporto che sono in procinto di perdere il proprio posto di lavoro.
Bisogna premettere che questi operatori svolgono da oltre 8 anni il proprio lavoro non su attività dirette di formazione ma su attività collaterali di “orientamento”, non per questo di minore importanza, soprattutto presso strutture pubbliche (Centri per l’Impiego, Comuni, Uffici regionali, Agenzia Regionale Molise Lavoro). Proprio in questi anni di crisi l’attività svolta dagli operatori della formazione professionale è ancora più necessaria.
Anche l’Assessore Petraroia, ribadendo l’importanza dell’orientamento, nella seduta del 18 marzo c.a. in Consiglio Regionale durante la mozione in merito alle attività della formazione professionale e alla situazione occupazionale degli operatori ha affermato: “l’orientatore può essere di supporto professionale perché deve andare ad attecchire sulle caratteristiche della figura che ha di fronte”. Riportando anche dei dati che dimostravano la differenza numerica nettamente superiore degli addetti impegnati in altre realtà europee. Proseguendo nel discorso l’Assessore ha poi auspicato un’integrazione di sistema tra i Servizi per l’Impiego e gli operatori della Formazione Professionale e ha ricordato che questi ultimi sono tutelati dalla legge 10 del ’95, dal CCNL con l’istituzione dell’Albo fino alla legge 10 del 2006 che “prefigurava anche una sorta di diritto di precedenza …. nell’immissione all’interno della Pubblica Amministrazione …” e ha poi continuato “dobbiamo contestualizzare la soluzione della progettualità ponte di questa fase con quella che è la nuova configurazione dell’assetto del Fondo Sociale Europeo, per i prossimi sei anni. Dico questo perché all’interno di questo nuovo modello dobbiamo valorizzare sia i Servizi per l’Impiego sia l’attività di orientamento, puntando molto in questa direzione” e ancora “sapendo che dobbiamo lavorare per la valorizzazione dell’orientamento come elemento strutturale di una nuova metodologia in cui queste competenze si inseriscono all’interno di un sistema, che è il sistema istruzione, formazione e conoscenza. Dobbiamo, quindi, costruire un modello che, evidentemente ha subìto qualche ritardo, qualche problematicità nel corso del tempo; adesso noi lo dobbiamo mettere a regime. Questo è l’obiettivo. Quindi, le poste finanziarie sono state individuate nelle risorse residue del FSE 2007-2013…”
Siamo consapevoli che l’attività di orientamento andrebbe pianificata e regolamentata per dare un servizio di qualità all’utenza e per evitare doppioni nell’erogazione. E’ per questo che da maggio 2013 è stato chiesto all’Assessore di istituire un tavolo tecnico di lavoro per affrontare il problema e non dover ricercare una soluzione affrettata per rispondere solo alle necessità dei lavoratori.
Dobbiamo però constatare che a 20 giorni dalla scadenza del progetto sperimentale (il Presidente della Giunta Regionale aveva affermato sempre nella suddetta seduta del Consiglio regionale che sarebbe dovuto terminare il 31 dicembre 2014), non abbiamo ancora rassicurazioni sulla continuazione e la messa a regime del Sistema Regionale di Orientamento Permanente.
Si è parlato in tutto questo tempo solo di dover tagliare sulle spese, perché siamo in tempo di crisi, e di diversificare le situazioni. Abbiamo avanzato diverse proposte, ma nessuna sembra soddisfare la Struttura Regionale. Non abbiamo ricevuto proposte alternative o modificative da parte della struttura Regionale.
Crediamo sia arrivato il momento che la politica molisana dica esplicitamente cosa vuol farne della FP. Riteniamo necessario ed urgente predisporre la proroga del progetto sperimentale avviato il primo di aprile 2014 affinchè si possa mettere a regime il sistema ed inoltre riformare il settore della FP e coinvolgere più settori (turismo, artigianato, agricoltura, formazione, ecc.) per rilanciare l’intera regione Molise. Riteniamo altresì indispensabile ed urgente mettere a frutto nel migliore dei modi i capitali che provengono dall’Unione Europea e che spesso, si sa, restano inutilizzati, nonostante le grosse necessità del territorio, dei lavoratori e delle popolazioni molisane.
La legge regionale n. 10 del 1995, il CCNL della Formazione Professionale e la legge regionale n. 10 del 2006 stabiliscono dei doveri ben precisi in capo alla Regione Molise nei confronti degli operatori iscritti all’Albo regionale: chiediamo solo che questa normativa venga rispettata. Nulla di più. Siamo disponibili a ricercare insieme le diverse modalità di tutele per gli operatori, ma è necessario reperire risorse per la copertura dei costi, possibilmente anche per incentivare la fuoriuscita degli operatori che si trovano in prossimità del pensionamento.