Il tutto è nato da una iniziativa promossa da un gruppo di giovani che, nello scorso mese di agosto, ha organizzato, con il supporto della Pro-Loco, una serata di beneficenza per raccogliere i fondi necessari per l’acquisto del macchinario“salva-vita”. La generosità dei lucitesi, anche quelli residenti all’estero e tornati in paese per la vacanze estive, ha permesso di raggiungere l’obiettivo prefissato.
La professoressa Sallustio ha immediatamente accolto l’invito degli organizzatori, mostrando, ancora una volta, una grande disponibilità e sensibilità rispetto alle esigenze del territorio e della tutela della salute. “Mi sento commossa di fronte a questo gesto della comunità lucitese, tanto più perché nato dallo slancio di un gruppo di giovani che ha dimostrato di tenere tanto al proprio paese” ha commentato Pina Sallustio “La volontà di tutelare la salute dei propri compaesani è sinonimo di un principio di autoconservazione che diventa la forza per mantenere vivi e vitali i piccoli centri che rappresentano la ricchezza della nostra regione”.
Il dottor Matteo Santamaria, nel suo intervento, ha illustrato la casistica relativa ai decessi per arresto cardiocircolatorio in Italia, soffermandosi in particolare sull’efficacia di un intervento tempestivo, anche attraverso l’utilizzo del defibrillatore automatico. Cinque minuti, è questo il tempo in cui bisogna intervenire usando questo dispositivo, da oggi istallato anche a Lucito presso la Casa di Riposo, unico posto sempre accessibile 24 ore al giorno. Tuttavia dotarsi di un defibrillatore non è sufficiente, è necessario formare operatori cosiddetti “laici” al corretto utilizzo dello stesso, in modo che sappiano cosa fare in caso di emergenza.
A tal proposito quanto prima verrà organizzato un corso di formazione per operatori volontari del soccorso di primo livello. Sapere cosa fare e avere gli strumenti per farlo correttamente sono, in questo caso, due facce della stessa medaglia. Una comunità consapevole diventa, di conseguenza, una comunità protetta.