Legge di stabilità regionale del 2019, a che punto è la liquidazione dei singoli enti?

Gli aggiornamenti di oggi dal Consiglio Regionale

Legge di stabilità regionale del 2019, a che punto è la liquidazione dei singoli enti?
In base a un’indagine svolta dalla commissione presieduta da Andra Di Lucente, dopo la messa in liquidazione delle Comunità Montane, il percorso era quello di permettere ai comuni di associarsi per centralizzare i servizi, favorendo così l’economia e l’uniformità delle iniziative per il territorio. Tale aggregazione veniva identificata con le Unioni dei Comuni, organismi che, di fatto, non sono mai decollati né sono riusciti a prendere il posto delle Comunità Montane. Di fatto, sono enti doppione senza un reale impulso all’attività.
A fronte di questo mancato decollo, la liquidazione degli enti comunitari si è arrestata e i Commissari degli Enti montani sono stati chiamati in audizione per spiegare i motivi che ostano alla conclusione delle procedure. Al contempo sono stati acquisiti agli atti decreti commissari, affidamenti di servizi, incarichi firmati dai commissari, oltre che le periodiche relazioni del Servizio Riforme Istituzionali.
Dunque perché si è arrestata la liquidazione dei singoli enti? Il primo aspetto è legato ai dipendenti. Attualmente sono 46 quelli in capo alle Comunità Montane, per essi si apriranno due strade: transitare presso altri enti territoriali oppure vedersi collocare in mobilità in attesa di trovare un ente territoriale nel quale lavorare. La mobilità avrà durata di ventiquattro mesi al termine dei quali cesserà il contratto di lavoro.
E’ impossibile dismettere in blocco il patrimonio dei singoli enti comunitari, questo l’altro nodo presentato dalla relazione sull’indagine della regione. Si tratta di centri commerciali mai entrati in funzione, piscine frutto del consorzio di diversi comuni, boschi e strade interpoderali. Tali beni si stanno deteriorando, perdendo valore e
le aste esperite sono andate deserte.
Alla luce di quanto avvenuto nel corso degli anni e a partire dall’esperienza molisana, serve quindi, una revisione normativa che permetta di mettere in atto l’ associazionismo tra i Comuni. Inoltre i Commissari, preposti a portare avanti l’indagine, scrivono che – resta la peculiarità della Comunità Montana “Molise Centrale”, ente che si occupa della discarica di Montagano, sito presso il quale conferiscono media mente 50 comuni della provincia di Campobasso. Garantire la prosecuzione di tale servizio resta prioritario per l’intera area del Molise Centrale.
Di seguito le proposte della prima commissione al consiglio regionale odierno:
  • L’avvio delle procedure per la realizzazione dell’Ufficio stralcio al quale delegare la prosecuzione dell’attività liquidatoria con l’individuazione di un commissario unico, con l’eccezione della Comunità Montana “Molise Centrale”;
  • La previsione di un percorso di liquidazione personalizzato per la Comunità Montana “Molise Centrale”;
  • La redazione di un Piano unico delle liquidazioni all’interno del quale definire i percorsi da seguire per l’alienazione dei beni, per la loro gestione qualora all’interno siano presenti uffici regionali, per il passaggio di funzioni, per i rapporti con i Comuni (in particolare per le quote associative);
  • Nel pieno rispetto delle prerogative dei Comuni, enti dotati di propria autonomia, l’avvio di un’interlocuzione con gli stessi per arrivare al processo di mobilità e al successivo transito ad altro ente dei dipendenti;
  • La previsione di una ricognizione semestrale dell’attività dell’Ufficio Stralcio;
  • Per quanto riguarda le competenze dell’Assemblea regionale, l’avvio della revisione della legge regionale 27 gennaio 2016, n. 1 (Disciplina dell’esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali) affinché venga dato nuovo slancio alla possibilità da parte dei Comuni di provvedere alla gestione associata, ereditando una parte delle competenze ancora in capo alle Comunità Montane.
Carola Pulvirenti
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