Le sale operatorie del San Francesco Caracciolo di Agnone sono riaperte da lunedì 10 agosto. La comunicazione relativa dell’ASREM è giunta al Comune di Agnone accolta con grande soddisfazione del sindaco Carosella e dei membri della Giunta comunale che adesso auspicano un rapida riorganizzazione dei servizi chirurgici e di quelli connessi, ma anche la definitiva approvazione da parte del governo del Piano Operativo della Regione Molise che prevede il riconoscimento del “Caracciolo” come ospedale di Area particolarmente disagiata.
La speranza di tutti è dunque quella di trovarsi di fronte ad un momento di svolta per la vita dello stabilimento ospedaliero agnonese.
Sale operatorie modernissime, completamente a norma pronte per essere utilizzate, tanto è vero che la prima seduta è stata già fissata dai sanitari per martedì mattina, 11 Agosto. Porte in alluminio, filtri ultramoderni e quanto di più adeguato agli standard di igiene e sicurezza si possa trovare in Molise fanno finalmente bella mostra di sé contro paure, timori e polemiche. Nonostante qualche lungaggine buricratica, ora ci si trova di fronte ad un fatto incontrovertibile: l’Asrem ha effettuato uno sforzo economico e tecnologico notevole e il San Francesco Caracciolo può iniziare a sperare in una nuova vita.
La soddisfazione del sindaco di Agnone e dell’intera giunta comunale si accompagna ad una ulteriore speranza: quella legata all’approvazione da parte del Tavolo Tecnico governativo – dal quale finalmente giungono segnali di apertura – del Piano Operativo della Regione Molise all’intero del quale il San Francesco Caracciolo è configurato come ospedale di Area particolarmente disagiata. Sarebbe il traguardo auspicato da tutti, dovuto agli sforzi di una intera società civile e che vede i suoi natali nel decisivo incontro che si ebbe nel marzo scorso tra la delegazione della Regione Molise e del Comune di Agnone con il Sottosegretario alla Sanità De Filippo. Fu quello il momento politico di svolta, il cambiamento di rotta del Governo verso le esigenze della popolazione di confine delle due regioni interessate. Ora si aspetta e si auspica il raggiungimento del risultato concreto. Ma, intanto, di concreto c’è la riapertura delle sale operatorie che sono a disposizione della salute dei cittadini della vasta area interessata i quali, anche se molta strada è ancora da fare, potranno tornare a contare su una sanità a misura dei loro bisogni.