La voce della cantante e la bravura di tutti i componenti del gruppo hanno incantato il pubblico, rapito da sonorità interpreti di quelle popolazioni di matrice albanese che alla fine del Medioevo, partendo dal principato di Arben, si insediarono a macchia di leopardo nelle regioni del Sud dell’Italia e lungo la costa adriatica, tra cui diversi paesi del Molise, come Montecilfone, Portocannone e Ururi.
Il mondo antico e moderno sul palco del capoluogo si è fuso non solo attraverso la musica, ma anche con la lettura dei testi dei brani e di pagine scritte da Fernanda Pugliese attraverso la voce suggestiva di Elisa Amoruso. In realtà, il progetto ‘Le rose di Arben’ aveva già mostrato la curiosità, l’interesse di un pubblico ascoltatore che non ha la stessa origine ma vive nella stessa regione, nella rassegna presentata nell’estate 2015.
La stessa Pelilli, voce del gruppo, interprete, autrice e rappresentante della cultura arbëreshe di Montecilfone è stata definita “tra le più giovani e talentuose espressioni di quelle voci che racchiudono, in originali modalità di canto apprese sin dall’infanzia, universi irripetibili”. Dal 2007 la cantante collabora con Max Fuschetto, compositore beneventano attento alle possibilità di innovazione contenute nell’accostamento di modalità musicali tra loro distanti.
L’organico di base del gruppo prevede Antonella Pelilli (vocalist) e Max Fuschetto (sax, oboe, tastiere ed elettronica), accompagnati dall’ensemble I Musicisti di Arben: Pasquale Capobianco alla chitarra, Valerio Mola al contrabbasso,Pasquale Rummo alle percussioni e batteria.