“Scorrendo i quotidiani locali degli ultimi giorni, si riscontra una gran vivacità nel tessuto politico economico e sociale del Molise”. Questa la considerazione della segretaria Uil, Tecla Boccardo. “Certamente un elemento positivo per certi aspetti e che sicuramente preferiamo al clima soporifero che spesso contraddistingue il nostro Molise. Integrazione sanitaria, artigianato, rapporti con le regioni limitrofe. Tanti protagonisti del mondo politico, delle istituzioni locali, delle associazioni datoriali sono in piena attività, tutti – ha continuato la Boccardo – accomunati da quel desiderio di rilancio del Molise, che anche noi desideriamo da tempo, ma che sino ad ora non ha prodotto ancora un’idea e un progetto definito e di prospettiva.”
“È opportuno, concordiamo, un cambio di passo e un’accelerazione rispetto ai processi di integrazione sanitaria, al sostegno delle piccole imprese artigiane attraverso misure di incentivi all’occupazione e di accesso al credito sostenibili, così come siamo d’accordo sull’opportunità di lavorare a rete con le Regioni del mezzogiorno rispetto a progetti più importanti e strutturali. Purché si abbia chiara la direzione. Ma torniamo con i piedi per terra, – puntualizza la sindacalista – se da un lato si deve guardare lontano con ambizione e progettazione, allo stesso modo non possiamo però scostarci da alcune problematiche che attendono risposta immediate e che in alcuni casi vedono l’aggravarsi della situazione. Non possiamo più procedere con confusione, ad esempio, sul tema del precariato nel pubblico impiego e delle assunzioni del personale sanitario dove negli ultimi giorni se ne sentono di ogni tipo, sui contratti in scadenza nel sistema regionale, sugli ammortizzatori ormai prossimi al capolinea che vedono coinvolti centinaia di lavoratori disperati e preoccupati sul loro futuro. È urgente aprire un tavolo di discussione per definire metodi e tempi rispetto alle iniziative occupazionali da portare avanti”.
“Allo stesso modo, – prosegue – ben venga la proroga degli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi, ma a noi piacerebbe che quelle realtà ripartissero velocemente nella produzione e che quei lavoratori avessero un lavoro anziché la cassa integrazione. E, ancor peggio, la situazione della ex Ittierre o dell’ex Zuccherificio dove siamo dinanzi a lavoratori che hanno esaurito ogni tipo di sostegno economico”.
“E – ha detto ancora – seguiamo con attenzione anche quanto sta accadendo alla Unilever di Venafro, dove a causa di una ristrutturazione aziendale e la meccanizzazione di alcuni processi, sono a rischio oltre 40 posti di lavoro. Siamo preoccupati anche dei lavoratori della formazione professionale con contratti scaduti e dei tanti lavoratori fuoriusciti dal circuito produttivo e in attesa di riqualificazione e ricollocazione a rischio sopratutto per gli ultracinquantenni. Non possiamo, poi, tralasciare quanto ci dice l’Istat rispetto ai giovani inoccupati e che non studiano né cercano lavoro: i cosiddetti neet, tra i 15 e i 26, anni che al Sud e in Molise sono oltre il 34%, un dato che richiede un aumento dei livelli di azioni mirate per l’inclusività giovanile. E in un contesto dove il reddito medio e 2,2 volte inferiore alla Lombardia, – conclude la segretaria – anche una riflessione sul sistema fiscale locale pare essere necessaria, attivando politiche fiscali di vantaggio, in una Italia che si conferma a 2 velocità”.