Dopo le recenti le evoluzioni che riguardano l’intricata questione della Cooperativa Ortofrutticola Tecnici e Braccianti (Coteb), una delle aziende agricole più importanti del territorio regionale, il Movimento LARINascita intende denunciare, in nome della chiarezza e trasparenza che ci ha sempre contraddistinti, una tematica che si trascina ormai da anni e che nessuno ha mai voluto affrontare forse perché nasconde interessi particolari e privatistici.
Tutto è cominciato il 17 dicembre 1977 quando la Coteb e il Comune di Larino stipulavano un contratto di affitto di terreni agricoli situati in contrada Bosco che prevedeva un canone, da rivalutarsi annualmente, pari ad allora lire 484.232.
Il rapporto tra Comune di Larino e la Coteb non è mai stato idilliaco, già la sentenza n. 182/03 della sezione specializzata agraria del Tribunale di Larino aveva stabilito la certezza della scadenza del contratto fissata al 16.12.2007 e con un’altra sentenza, la n. 119/07 del Tribunale di Larino, veniva determinata in circa 19 ettari l’estensione dei terreni oggetto del rapporto e infine quantificato il canone d’affitto annuale in euro 500,00 ad ettaro.
Nonostante le decisioni del Tribunale di Larino, la Coteb, dal 2007 ad oggi, non ha mai corrisposto alcun canone di affitto annuale in favore del Comune di Larino e continua a occupare senza titolo i fondi agricoli estesi lungo la Fondo Valle Biferno, tra i più produttivi del territorio larinese.
Nell’anno 2013 è accaduto che la Coteb Scarl, già in posizione debitoria nei confronti del Comune di Larino, abbia citato l’Ente di Piazza Municipio dinnanzi al Tribunale di Larino affinché il giudice accertasse che sui fondi condotti in affitto dalla stessa e di proprietà del Comune, fossero stati realizzati interventi migliorativi ed addizioni che davano diritto all’indennità di miglioria secondo l’art. 17 della legge n. 203/82.
Nello specifico, la Coteb riteneva che per la realizzazione di serre per la superficie di 3,50 ettari, un oliveto di 2,72 ettari e un frutteto esteso 2,00 ettari, il Comune di Larino avrebbe dovuto riconoscere un indennizzo di circa 810.000,00 euro come migliorie operate sul fondo e di cui “non è mai stata provata l’esatta entità e la natura dei miglioramenti”.
Costituitosi in giudizio, il Comune di Larino, giustamente ha richiesto la corresponsione dell’indennità per l’occupazione senza titolo dei fondi in questione proprio sulla base della precedente sentenza n. 182/03 calcolando l’importo annuale dei canoni d’affitto sulla scorta della sentenza n. 119/07 del Tribunale di Larino.
Con la sentenza n. 125/13, i giudici del tribunale frentano hanno ritenuto infondate le richieste della Coteb e dichiarato che il contratto di affitto del 1977 prevedeva l’espresso obbligo, per la Coteb, di migliorare i fondi in questione “secondo criteri di rigorosa conduzione tecnico-agraria” dietro il pagamento di un esiguo canone di 484.232 lire, seppur rivalutato ogni anno, che andava a rappresentare “una sorta di corrispettivo in funzione del godimento dei beni stessi; e ciò a fronte del pagamento di un canone determinato in misura irrisoria proprio in considerazione dell’obbligo di miglioria.”
Infatti, ogni successiva delibera del Comune di Larino riguardante il rapporto con la Coteb, come ad esempio l’autorizzazione degli impianti di frutteto e uliveto oppure la concessione edilizia per la realizzazione delle serre, “ha espressamente escluso il diritto ad un indennizzo in favore della cooperativa”.
Che alla Coteb non fosse dovuto nessun indennizzo per le opere realizzate sul fondo è confermato anche dal fatto che “i progetti di addizioni e miglioramenti sono stati approvati e finanziati dalla Regione Molise”, quindi con soldi pubblici.
La condanna di primo grado, che ha previsto per la Coteb il pagamento di 56.274,00 euro oltre interessi fino al saldo come indennità per l’occupazione abusiva dei terreni dal 2007 al 2013, è stata appellata e la Corte d’Appello di Campobasso con la sentenza n.75/2014, ha rigettato il ricorso della Coteb e ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Larino ritenendo decisivo che “le delibere con le quali il Comune, nell’autorizzare, in corso di rapporto, gli impianti e i manufatti proposti dall’affittuaria (Coteb) ha espressamente escluso il diritto ad un indennizzo in favore della cooperativa” nel corso degli anni non sono mai state oggetto di doglianza e impugnazione da parte della Coteb.
All’esito dei giudizi, considerata l’accertata occupazione abusiva dei terreni di C.da Bosco oggetto del contratto d’affitto scaduto dal 2007 e detenuti quindi illegittimamente dalla Coteb, il Comune di Larino quale scelta riterrà opportuno intraprendere?
Punterà ad ottenere la restituzione dei terreni per bandire una nuova gara per il rinnovo del contratto d’affitto ad un corrispettivo adeguato ai valori di mercato? Oppure, come consuetudine per tutte quelle tematiche che non rientrano nel minimo ordinario, lascerà che tutto resti immutato, favorendo così di riflesso la Coteb? Visto il credito vantato dal Comune e ad oggi insoddisfatto, si attiverà l’amministrazione Notarangelo, già sostenuta e appoggiata dalla famiglia Lozzi, amministratori della cooperativa Coteb, al fine di ottenere il pagamento dei canoni relativi al periodo 2007/2014, la restituzione dei terreni, il ripristino dei luoghi con l’eliminazione delle opere abusive realizzate sul fondo?