“In conseguenza della mancata proroga per l’anno 2013, delle norme che prevedono l’iscrizione nelle liste di mobilità (legge 236/1993), dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo, da imprese che occupano anche meno di 15 dipendenti, cosiddetta “piccola mobilità”, le aziende che avevano assunto nel corso del 2012 lavoratori per i quali potevano godere dei benefici sopra descritti per un arco temporale superiore all’anno o avevano trasformato nello stesso anno a tempo indeterminato un contratto a termine e che quindi hanno continuato ad usufruire di tale beneficio nell’anno 2013, dopo la metà di gennaio 2015 rischiano di dover restituire le agevolazioni percepite”.
A renderlo noto l’Api, l’Associazione della Piccola e Media Industria del Molise che, dopo una prima nota inoltrata il 5 settembre scorso, ha inviato oggi, giovedì20 novembre, una seconda lettera a firma della Presidente Matilde Iosue, al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e alla Sede Centrale dell’Inps, inoltrando la stessa per conoscenza anche all’Assessore Regionale al Lavoro Michele Petraroia, alle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, nonchè alle Direzioni Territoriali dell’Inps.
Con la missiva odierna l’Api, sulla base del recente messaggio dell’Inps, in cui annunciava il recupero del beneficio nella seconda metà del prossimo mese di gennaio e, tenuto conto delle gravi conseguenze che ne deriverebbero per le aziende interessate, si è rivolta alle varie Autorità ed in primis del Ministro del Lavoro, affinché in seno alla Legge di stabilità, l’agevolazione possa trovare la copertura finanziaria, sulla base della risoluzione parlamentare del 31/7/2014, con cui è stato appositamente impegnato il Governo a reperire le necessarie risorse.
“Come sottolineato nella nota stessa – fanno sapere dall’Api – l’assurdo è che al momento delle assunzioni e trasformazioni dei contratti le aziende sapevano di poter godere del beneficio, avendo fatto legittimo affidamento sulla sua concreta fruibilità”.