Ha destato la curiosità dei passanti e attirato gli appassionati di fisica veri e propri questa specie di scultura d’arte contemporanea con la quale, attraverso una mostra itinerante, l’Infn celebra 60 anni di Italia al Centro di ricerca internazionale.
Attraverso un percorso fotografico, l’installazione racconta la storia dell’imponente laboratorio nei pressi di Ginevra, evidenziando il contributo che l’Italia, grazie all’Infn, ha fornito per il raggiungimento dei suoi successi. Tra gli oggetti esposti anche un componente originale del superacceleratore Lhc, il famoso Grande collisore di adroni, un acceleratore di particelle, utilizzato al Cern per ricerche sperimentali, di grande attualità, anche perché riacceso domenica scorsa dopo due anni di consolidamento. Al centro della piazza si parlerà di tutto questo, alla presenza di esperti e appassionati.
Sarà il ricercatore Universitario Francesco Conventi a raccontare la grande avventura dell’Italia al Cern e a introdurre il tema tanto importante e discusso della cosiddetta ‘particella di Dio’.
Il Professor Conventi lavora alla facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Napoli “Parthenope”, Dipartimento per le Teconologie, per il settore scientifico disciplinare FIS/01 (Fisica sperimentale). La sua attività di ricerca nel campo della fisica delle interazioni fondamentali è svolta a partire dal 1998 all’interno dell’Università’ di Napoli “Federico II” e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella sezione di Napoli. Dopo aver partecipato all’analisi dati nell’esperimento L3 al Lep (Large Electron-Positron) del Cern dal 1998 al 2001, da più di dieci anni è membro della collaborazione Atlas del Cern. Negli ultimi anni ha fatto parte all’interno della collaborazione Atlas del gruppo di ricerca del bosone di Higgs la cui evidenza sperimentale è stata confermata il 4 luglio 2012. Un esperto, insomma, a disposizione dei campobassani che vorranno addentrarsi nella fisica delle particelle, tra acceleratori, cubi luminosi e parallelepipedi di un azzurro intenso. Tutto bello e affascinante. Tutto da seguire, prima del momento conviviale e musicale, sempre sotto le stelle di #astrofest15 primo Festival nazionale dell’Astronomia organizzato in Italia.
Sul Cern: nato nel 1954, il Cern è oggi il più importante centro di ricerca al mondo in fisica delle particelle, dove lavorano migliaia di persone di ogni nazionalità, di cui circa 1700 sono italiani. La sua ascesa segna la storia della fisica moderna e contemporanea. E il contributo degli italiani è stato di fondamentale importanza. Tra i fondatori, nel 1954, c’era Edoardo Amaldi, uno dei “ragazzi di via Panisperna”. È stato l’italiano Carlo Rubbia, nel 1984, a vincere il Premio Nobel per la scoperta dei bosoni W e Z. È stata sempre un’italiana, Fabiola Gianotti (oggi direttore designato del Cern), ad annunciare la più recente scoperta del bosone di Higgs. E molti sono gli italiani che hanno rivestito o rivestono tuttora ruoli chiave e incarichi di responsabilità al Cern. Questi risultati sono stati possibili grazie anche all’impegno dell’Infn, l’Istituto erede della scuola di Fermi e Amaldi, che ha sempre condotto ricerche di punta e goduto di grande prestigio a livello internazionale.