La Fondazione Giovanni Paolo II precisa sulle prestazioni di chemioterapia

La Fondazione Giovanni Paolo II

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALLA FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II

Le associazioni di volontariato – il cui scopo, ricordiamo, è quello di tutelare i propri associati con attività di supporto ma anche con attività di denuncia per ingiustizie o soprusi subìti – si sono lamentate perché la Fondazione ha dovuto sospendere i trattamenti di chemioterapia a seguito di un decreto del Commissario  regionale che ha sospeso dal 1 luglio le tariffe di alcune prestazioni che considera extra-LEA.

Ebbene dopo pochi giorni lo stesso Commissario ha accusato la Fondazione (?!?) di speculare sui pazienti quando sa bene ,  che il Decreto lo ha emanato lui stesso  e che tutti gli Enti interessati sono tenuti ad adeguarsi, senza possibilità di scelta ed infine che i cittadini possono manifestare il loro dissenso legittimamente quando ritengono di avere avuto leso qualche diritto.

La Direzione della Fondazione ritiene doveroso a questo punto fare alcune precisazioni:

Sui trattamenti di chemioterapia la Regione ha emanato un Decreto nel quale, modificando alcune prestazioni LEA, ha cancellato del tutto la possibilità di erogare tali prestazioni, addirittura eliminando la prestazione e la relativa tariffa. ( i Livelli Essenziali di Assistenza, LEA,  sono costituiti dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale  eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket. E’ utile chiarire che queste prestazioni devono essere appropriate anche secondo il regime di erogazione – alcuni possono essere appropriati solo se erogati in regime ambulatoriale piuttosto che in regime di Day Hospital o peggio ancora,di ricovero ordinario in Ospedale -) La nostra struttura per oltre un mese ha continuato ad erogare, in forma appropriata come sempre, tali prestazioni nella speranza che la regione modificasse tale incomprensibile decisione. Non solo ma, a tutt’oggi, sta continuando a erogare le prestazioni a tutti i pazienti che avevano iniziato i cicli in data antecedente alla nota di sospensione.

La Fondazione non ha mai fatto fino ad oggi richiesta di pagamenti per prestazioni extra-LEA – né ritiene che si possa mai fare – e sa bene che i Decreti del Commissario vanno applicati, anche quando non sono condivisi, come in questo caso.

Inoltre ha fatto presente, in tutti i modi possibili,  che non si possono considerare extra-LEA tali prestazioni chemioterapiche, spesso salvavita, e che nessuna regione -anche se  in piano di rientro- ha mai fatto ciò. La Fondazione , invece,  le ha erogate a proprio rischio per un mese ma poi, di fronte a nessuna risposta, le ha dovuto sospendere.

Condividiamo la gravità assoluta, soprattutto sul piano etico, della sospensione di tali prestazioni ma, come si evince da quanto detto fin qui, è il Commissario Regione che ha emanato tale decreto di sospensione e spetta alla stesso, se lo ritiene, doverlo  correggere . Non si è a conoscenza di alcun provvedimento al riguardo,  salvo gli annunci sulla stampa, anche se ci auguriamo di leggerlo presto affinché i cittadini non vengano danneggiati ulteriormente.

Il Presidente della Regione, sa pure che la Fondazione vanta crediti per gli anni 2012-2013-2014 sul saldo delle prestazioni e nonostante tutto sta continuando a lavorare tra mille difficoltà, con i fornitori che si lamentano e con notevoli danni per gli interessi bancari.

Ci sembra pertanto ingenerosa, e poco elegante, l’accusa alla Fondazione di attenzione al mero aspetto economico. Il Presidente conosce bene tutte questi aspetti economici e sa bene che la Fondazione è un ente no-profit.

In un passato non molto lontano, tra Regione e Cattolica/Fondazione si era parlato di collaborazione, di integrazione, di eliminazione delle duplicazioni dei servizi sanitari,  e della necessità di offrire al Molise alcune specialità che rispondessero ai bisogni dei cittadini.

La Fondazione è sempre stata  disponibile ma, visto quanto recentemente successo, ci chiediamo quali sono le motivazioni per un tale atteggiamento ostile e soprattutto se persiste ancora l’interesse della regione Molise ad avvalersi della nostra struttura.

 

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