Le centinaia di lavoratori interpellati considerano inaccettabile l’assenza nel piano di qualunque riferimento al rinnovo del contratto, così come ritengono sbagliata la proposta di cancellare completamente l’anzianità nella valorizzazione professionale, sostituendola con un nuovo meccanismo farraginoso, che premia solo alcuni a discapito di altri, e prevede perdite secche di salario, andando in vigore solo nel 2019. Tra l’altro, appare evidente come si tratta di un piano che perde credibilità ogni giorno che passa, che determinerà ulteriori tagli sul personale ATA e per l’Università, confermandosi pertanto in continuità con le fallimentari politiche dei Governi precedenti.
In sintesi, più che di una riforma si tratta di uno slogan, fatto da un manualetto divulgativo e da un video pubblicato su youtube. Non si può pensare di continuare con il gioco delle tre carte, rifinanziando le scuole tramite altri tagli, che colpiscono in particolar modo il personale ATA, l’università e la ricerca.
La FLC CGIL ha discusso le proposte del Governo, ha condiviso nei suoi organismi dirigenti il giudizio, lo ha reso pubblico e ha predisposto una campagna per condividere l’analisi e per organizzare la protesta.
Questi sono i punti fermi della federazione: analisi, proposta, protesta e mobilitazione.
“In Molise stiamo raccogliendo alcune migliaia di firme alla petizione #sbloccacontratto e sicuramente non lasceremo che la consultazione sia un’operazione demagogica e di facciata, anche perché siamo forti di proposte di merito valide ed utili al sistema d’istruzione ed ai lavoratori – si legge nella nota stampa –. Occorre reagire subito contro questo disegno, anche tramite una lunga fase di mobilitazione che unifichi giovani, sindacato, movimenti e associazioni, perché solo con larghe coalizioni sociali si può affermare un vero cambiamento. In tal senso, la FLC CGIL Molise sostiene l’iniziativa degli studenti, che il 10 ottobre saranno nelle piazze di Campobasso, Termoli ed Isernia, insieme ad associazioni e movimenti. Si tratta di iniziative condivisibili, perché si oppongono alla privatizzazione della conoscenza, rivendicano scuole ed edifici sicuri e chiedono ai decisori politici di fare subito scelte lungimiranti, in campo nazionale e regionale, in materia di diritto allo studio. Affermare, al contrario si fa nel piano di riforma governativa, che le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti per far fronte alle esigenze delle scuole, vuol dire che lo stato alza bandiera bianca e si arrende alla sfida di garantire il diritto all’istruzione dei cittadini, previsto dalla Costituzione. Siamo convinti, invece, che proprio dal diritto allo studio occorre ripartire, per garantire a tutti il diritto universale al sapere. Le iniziative degli studenti, la manifestazione promossa dalla CGIL per il 25 ottobre e quella unitaria dei lavoratori pubblici dell’8 novembre indicano un percorso di mobilitazione che ha l’ambizione di ricomporre il lavoro e di riscrivere un nuovo patto generazionale. Facciamo appello agli studenti, alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola perché sostengano questo percorso di mobilitazione, per dare una risposta forte e corale all’altezza della situazione”.