Le indagini erano partite a seguito della denuncia di una donna che durante la propria gravidanza si era rivolta alla struttura pubblica senza ricevere la dovuta assistenza. L’attività investigativa ha permesso di scoprire che i sanitari avevano creato un canale alternativo al servizio sanitario pubblico, servendosi della struttura ospedaliera e delle apparecchiature pubbliche per fini privati, con conseguente illecito arricchimento in quanto inducevano le pazienti, in stato di gravidanza, a rivolgersi a loro per ricevere la dovuta assistenza sanitaria previo pagamento della prestazione.
Il medico arrestato, inoltre, con il concorso dei responsabili di una ditta farmaceutica di Perugia, in assenza di autorizzazione da parte dell’azienda sanitaria, aveva falsificato una sperimentazione su ignari pazienti ricoverati nel reparto ospedaliero, per certificare la validità di un farmaco commercializzato dalla ditta compiacente.