I fatti risalgono a Ferragosto, proprio in quei giorni in cui l’Italia intera si ferma, ma la notizia è stata resa nota sui media solo qualche giorno fa: una tredicenne in arresto cardiaco salvata dalla telemedicina e ad un sms alert che ha permesso al medico di tornare in tempo dalle vacanze e di impiantare all’adolescente un pacemaker.
È accaduto a Torino e il caso rappresenta l’ennesima conferma che la telemedicina può davvero fare la differenza ed aiutare, concretamente medici e personale sanitario a salvare vite.
Nel Molise della sanità che soffre e che si auspica possa presto superare le difficoltà in termini di risorse e personale, la telemedicina esiste già e si chiama Aurora. Un comodo bracciale, collegato ad una centrale operativa, che monitora i parametri vitali della persona, segnala anomalie, incidenti, malori ed attiva, in caso di necessità, immediatamente e automaticamente i soccorsi. Utile non solo per soggetti affetti da patologie, ma anche per chi vive da solo e grazie a questo progetto (https://www.auroramedicalcare.it/) ha sempre accanto a sé una persona amica (operatore formato qualificato) che può contattare – premendo semplicemente un tasto sul bracciale – per qualsiasi ragione o esigenza e in ogni momento della giornata.
Aurora è stata presentata la scorsa primavera in molti Comuni del territorio, soprattutto nelle aree interne, e presto sarà protagonista di nuove iniziative a sfondo sociale e culturale per sensibilizzare il più possibile cittadini, associazioni, amministratori e addetti ai lavori.