Il Tar Molise, con ordinanze Presidenziali d’urgenza del 9 aprile 2018, ha sospeso i provvedimenti della Prefettura di Isernia, adottati il Giovedì Santo, da eseguirsi il Sabato Santo ed inerenti lo spostamento dei richiedenti asilo ospitati presso alcuni centri di accoglienza operanti nella provincia.
Nella giornata del Giovedì Santo di Pasqua, infatti, in modo del tutto inatteso e sorprendente, i gestori di alcuni centri della provincia di Isernia (comuni di Macchiagodena, Cantalupo, Sant’Elena Sannita) si erano visti recapitare provvedimenti della Prefettura che, in modo singolare, imponevano il trasferimento immediato di tutti i migranti accolti, nessuno escluso, verso centri del capoluogo isernino, nell’arco di due giorni (entro il Sabato Santo).
I gestori fanno presente che, nonostante la sottoscrizione dell’Accordo Quadro da parte di tutti i centri che gestiscono l’accoglienza, inspiegabilmente hanno sottoscritto la convenzione solo la prima, la seconda e la quarta della graduatoria e, tra questi, un centro gestito dalla nipote del Vice-Prefetto Vicario della provincia di Isernia.
Peraltro risulterebbe, sempre a dire dei gestori, che socio e/o amministratore di una delle cooperative sia un avvocato che peraltro gestisce il contenzioso di numerosi migranti, ospitati dalla stessa cooperativa, al fine dell’ottenimento della protezione internazionale, e pertanto della permanenza sul territorio italiano e il relativo godimento delle rette.
I gestori dei centri intimati, stupiti dalla determinazione della Prefettura isernina, singolare sia quanto alle modalità repentine attuate, sia quanto alla decisione di trasferire ogni migrante, senza alcuna esclusione, hanno deciso di rivolgersi allo Studio Legale Iacovino & Associati, di Campobasso, onde promuovere ricorso d’urgenza avverso tali atti. Gli Avvocati Vincenzo Iacovino, Vincenzo Fiorini e Silvio Di Lalla prontamente hanno diffidato il Prefetto dal dare esecuzione ai provvedimenti adottati. Di tutta risposta, la Prefettura, con atto a firma del Vice-Prefetto, rivolgendosi direttamente ai centri diffidanti e senza riscontrare l’atto stragiudiziale minacciava il mancato pagamento delle rette nel caso in cui non avessero dato esecuzione al provvedimento della Prefettura che disponeva lo spostamento dei migranti presso altri centri del capoluogo pentro.
Il TAR Molise, invocato dai legali su richiesta dei gestori, ha così disposto di lasciare inalterata la situazione dei ricorrenti fino alla prossima udienza del 9 maggio, rilevando come i provvedimenti, notificati ai centri il 29 marzo, e che disponevano il trasferimento entro soli due giorni (31 marzo), non fossero giustificati da adeguate e comprovate ragioni. In altre parole, non è stata concessa neanche la possibilità ai richiedenti asilo di esprimere osservazioni a riguardo; eppure, necessarie si palesavano, ai sensi di legge, tali considerazioni, visto che tutti i migranti sono inseriti in percorsi di integrazione socio-culturale avanzata, nei suddetti comuni della provincia.
I provvedimenti hanno disposto il trasferimento di un ingente numero di richiedenti asilo verso centri d’accoglienza di Isernia, rischiando di aggravare la situazione sociale del capoluogo pentro.
La questione era già stata oggetto di discussioni e polemiche, in città. Infatti, nei giorni scorsi erano state sollevate polemiche sulla nuova distribuzione di migranti nella città di Isernia e si era registrato disappunto nella popolazione rispetto a quella che è stata definita come incontrollata gestione del fenomeno migratorio.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise ha rilevato, già in questa prima fase, come l’accentramento verso il capoluogo appaia quantomeno illogico.
Soddisfazione per la sospensione dei provvedimenti è stata espressa dai Legali che hanno curato i ricorsi, gli Avvocati Vincenzo Iacovino, Vincenzo Fiorini e Silvio Di Lalla. Per il momento può dirsi che la deportazione è stata sospesa e ci si augura che intervenga la Prefettura in autotutela e la Procura della Repubblica al fine di verificare la correttezza dell’operato della Pubblica Amministrazione e di chi ha agito in nome e per conto di essa.