Il 22 e 23 ottobre scorsi, nello splendido borgo di Castagneto Carducci (LI) si è tenuto un importante seminario organizzato dall’associazione ‘Volare’.
‘Volare’ promossa dal Sen. Tommaso Nannicini già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e noto economista è sostanzialmente una sorta di Think Tank di persone che non si pongono l’obiettivo di sostituire i partiti ma elaborare idee per combattere battaglie comuni che sentono oggi necessarie per un futuro migliore. “Per cambiare il mondo bisogna esserci”, per dirla con Tina Anselmi.
L’incontro ha affrontato la ormai spinosa questione se il riformismo e i riformisti debbano continuare a svolgere il ruolo che gli è stato attribuito dalla storia nel nostro Paese e non solo.
“Quello che è emerso, – racconta Nicola Messere (che all’incontro ha partecipato in quanto componete del Direttivo nazionale dell’associazione e Referente per il Molise) – che se il riformismo continuerà a scambiare lo ‘strumentismo’ cioè confondere i mezzi con i fini e gli strumenti con gli obiettivi sarà difficile ritrovare gli ideali dopo che la storia ha cancellato le ideologie. Ci sono molte concause nella crisi della sinistra e della politica più in generale; ha rimosso lo stato sociale, la sua burocratizzazione e la crisi fiscale dello Stato, ha smesso di occuparsi di nuovi rischi e di nuove ingiustizie, ha superato la partitocrazia, ha rottamato i partiti e infine ha limitato gli Stati Nazionali senza costruire una sovranità che permettesse alla politica di dare risposte. Insomma, l’agenda Draghi non esiste, o meglio politicamente non esiste perché anche se il Governo Draghi sta facendo bene per il Paese (e bene fa il Partito Democratico a dargli tutto l’appoggio possibile) la prospettiva non può essere continuare a governare in coalizioni di emergenza senza un orizzonte politico passando dall’hashtag #AvantiConConte all’hashtag #AvantiConDraghi”.
“Io non voglio sentire più, anche da sirene del mio partito – dice Messere– che il futuro è Draghi, per me il futuro è il mio segretario nazionale ce ora si chiama Enrico Letta. Che fare allora? Dobbiamo tornare a prenderci cura dei ‘bambini’ che abbiamo inavvertitamente buttato via con l’acqua sporca. Ci sono ideali da rimettere a fuoco, nuovi mezzi di Stato Sociale, partiti da ripensare e una nuova sovranità europea. Un futuro dove chi lavora con impegno ha la vita piena, un futuro dove nessuno viene lasciato indietro solo nella fatica del cambiamento. Le persone più deboli e fragili non vanno solo aiutate ma emancipate dal dolore, dall’angoscia per la prospettiva di futuro e dal bisogno. Un futuro dove le libertà sono solidali, cioè interessarsi di diritti civili non è in contraddizione con un futuro di diritti sociali anzi! Emancipazione delle persone, soprattutto di chi ha condizioni di svantaggio come obiettivo, radicalità delle proposte come strumento! Questi alcuni punti trattati per la prospettiva del riformismo radicale, qualcosa per cui vale ancora la pena lottare. Insomma, Il vero riformismo radicale è quello che non annuncia solo le riforme ma le fa”.
“Intanto, – fa sapere in conclusione Messere – chi fosse interessato a contribuire alla elaborazione di idee, proposte e progetti da condividere con la nostra associazione ‘Volare’ può contattarmi”.