Lo sketch tra il consigliere del PD, Vittorino Facciolla e il governatore Donato Toma, va in scena a Palazzo D’Aimmo. Nell’aula dove si deve votare per la possibilità di iscrivere all’Ordine del Giorno la mozione di sfiducia all’assessore Mazzuto c’è nervosismo.
Facciolla ha da poco preso la parola quando Toma si alza dalla sua postazione per dilettarsi a scambiare due parole con qualche esponente del centrodestra tra i banchi della maggioranza. Poco dopo è la volta dei molti giornalisti accorsi per prendere parte a una seduta con una chiara connotazione politica.
Una stretta di mano, qualche parola di cortesia. Gesti del governatore a cui gli stessi giornalisti sono abituati sin da quando Toma sedeva tra i banchi dell’esecutivo di Palazzo San Giorgio. Proprio in quel momento, però, è Facciolla a richiamare l’attenzione del presidente. Sta disquisendo su una nomina (quella di Mazzuto ndr) imposta direttamente da Roma, quando esclama “se il presidente termina di girare attorno ai tavoli come a un matrimonio”.
La frase pronunciata in aula solleva risate che coprono le parole pronunciate da Toma. “Per me può fare come vuole, poi alla fine le diamo la busta”, risponde sarcastico Facciolla.
Una battuta che, però, il presidente non gradisce affatto. “Le buste le prende lei”, si scaglia Toma contro il consigliere di San Martino. “Non permetto questo linguaggio”, rincara ancora la dose.
“Se pensa questo vada a denunciare. È lei che ha sbagliato e stia tranquillo che se sbaglia con me si fa male”, urla subito dopo Facciolla. “Io volevo semplicemente scherzare per il suo girovagare tra i tavoli”, aggiunge immediatamente l’esponente del PD.
Di sicuro uno scherzo non gradito che, dopo l’ilarità momentanea, lascia adito a espressioni che appesantiscono ancora di più l’aria che si respira in Consiglio regionale, oggi particolarmente torbida nella stessa maggioranza.
fabyabb