Da ciò la necessità – prosegue la nota stampa -, ad avviso del Codacons, che tutti gli atti in materia sanitaria (con riguardo soprattutto a quelli commissariali) siano resi pubblici, mediante pubblicazione (con data e contenuto certo, sul Bollettino Ufficiale Regionale) dei relativi atti, senza eccezioni e/o deroghe, in conformità a quanto stabilisce la legge in materia di trasparenza dell’attività amministrativa, e ciò anche al fine di garantire a tutti i cittadini e a tutte le associazioni rappresentative la presa visione e, se del caso, la partecipazione sia in sede amministrativa sia, se del caso, giudiziale, a tutela del diritto degli utenti del servizio sanitario e dei Lea, sempre più minacciati dalla persistenza del regime restrittivo del piano di rientro.
Nel caso di specie, l’appello del Codacons si è reso necessario in quanto l’associazione è stata costretta ad esperire un ricorso al Tar Molise al solo fine di poter prendere visione ed estrarre copia di un decreto del Commissario ad acta, la cui pubblicazione era stata omessa sia dal Burm che dal sito web istituzionale della Regione.
Si trattava, nello specifico, di un atto rilevante, ovvero della nomina del Dirigente del servizio regionale controllo dei flussi informativi della Regione nel ruolo di Project manager per l’attuazione dei Programmi operativi 2013-2015, nomina adottata dal commissario e la cui pubblicazione era stata inspiegabilmente omessa, per poi essere di seguito revocata dallo stesso Commissario anche in seguito alle significative censure del Tavolo Tecnico.
Ebbene, per accedere al predetto decreto di nomina, di cui si era fatto gran chiasso a livello pubblico ma la cui pubblicazione era stata stranamente omessa, il Codacons ha dapprima dovuto formalizzare una specifica istanza per poi vedersi costretto, solo dopo che la stessa è rimasta inevasa, ad adire la giustizia amministrativa (in attesa del cui pronunciamento i relativi atti sono stati consegnati), con evidente aggravio di costi e di tempo e, soprattutto, a detrimento della trasparenza amministrativa e di tutti i cittadini interessati, costretti ad apprendere notizie assai rilevanti sulla base del sentito dire ovvero delle notizie raccontate ai media alle volte in modo parziale dagli stessi interessati anziché dagli atti ufficiali”.