Tutti pezzi inediti frutto del suo lavoro da autodidatta, che nel tempo lo ha portato a diventare uno dei più grandi bassisti italiani ed internazionali, con le sue nuove tecniche miste applicate sullo strumento.
Con sonorità morbide e leggere, attraverso una contaminazione stilistica in chiave elettronica predominante, insieme alla vibrante chitarra di Luigi Rinaldi e i timbri sintetizzati delle tastiere di Francesco Cipullo, al tempo delle ritmiche percussioni della batteria di Michele Milano, il basso di Meridiani ha ipnotizzato l’atmosfera spezzata soltanto dagli applausi dopo ogni frammento di note impazzite.
Sebbene fosse abituato a palcoscenici di grande spessore, Meridiani ha mostrato il suo essere modesto e determinato e non ha sdegnato la platea nella sua esibizione ma si è simpaticamente integrato con il pubblico presente con battute e sketch negli intervalli ad introdurre i pezzi a seguire perché “non importa dove suono – ha dichiarato – ma ciò che conta ed è fondamentalmente importante è riuscire a trasmettere qualcosa a chi ti ascolta in un reciproco scambio emozionale” che il pubblico frentano non ha fatto mancare.
“Suonare è comunicare – ha proseguito –. Il musicista è innanzitutto un uomo e in quanto tale mostra se stesso attraverso la musica. Se c’è sostanza c’è musica”.
Sono stati necessari sei mesi di costante lavoro per l’artista, alla ricerca di nuovi spunti, per portare al termine questo nuovo progetto, Hexagon, “tanto sudore ripagato da un applauso che racchiude in se la più grande soddisfazione per un artista” ha concluso.
La fotogallery del concerto al Palazzo Ducale di Larino