“Caro presidente Toma, non perda un’altra occasione”. Così le vice segretarie del PD, Maricetta Chimisso e
Giovanna Viola che tornano sulla questione delle donne nell’esecutivo regionale.
“Donato Toma – dicono – ha varato la sua giunta bis, confermando tutti gli assessori uscenti, ad eccezione dell’esterno (in quota Lega) Luigi Mazzuto. Tutti uomini. Nel periodo ‘ponte’ tra la giunta uno e la giunta due, viene nominato il capo segreteria del presidente, uomo anche lui.
La ‘questione’ Molise è arrivata anche alla ribalta nazionale, considerando che il nostro governatore ha azzerato la sua giunta alla vigilia della discussione sul Bilancio, adducendo motivazioni di carattere politico-organizzativo. Fin da subito, invece, la scelta era sembrata quanto mai inopportuna, soprattutto in considerazione del fatto che stiamo vivendo la più grande crisi economica-sociale dal dopoguerra. In Molise ci siamo ritrovati ad assistere ad un uso utilitaristico della norma, dato che l’azzeramento ha avuto come unico obiettivo quello di riequilibrare asset politici e provare a sedare le ormai note beghe di maggioranza.
Parentesi politica a parte, vogliamo ricordare le dichiarazioni che il nostro Presidente ha espresso in occasione della Festa delle Donne, dove dichiarava: ‘Sono fermamente convinto che la piena emancipazione di ogni persona, senza nessuna distinzione di genere, passi, in primis, attraverso una partecipazione attiva al mondo del lavoro e, poi, dando risposte puntuali alle aspettative delle donne in relazione al loro vissuto quotidiano: salute, cultura, sport, tempo libero, includendo anche l’offerta diffusa di servizi di qualità’ e ancora, il Presidente ricorda l’articolo 51 della Costituzione Italiana, sottolineando che ‘dagli anni Sessanta in poi, è stato dato il via libera all’impegno delle donne a tutte le cariche, alle carriere diplomatiche e professionali e, più recentemente, a quella militare’ e che ‘sono consapevole del fatto che ancora molto resti da fare e che, pertanto, nell’azione di governo vada ulteriormente implementato il sostegno ai bisogni e alle necessità del genere femminile, il cui contributo è un pilastro portante nella costruzione di una società migliore’”.
“Riportiamo queste parole – dicono le dem – perché oggi suonano solo come celebrative e di circostanza, utili a rimarcare differenze e diffidenze. Siamo tutte consapevoli che la scelta degli assessori è un’azione affidata al Presidente, sulla base di una potestas connotata da ampi margini di discrezionalità, correlata da valutazioni di natura politica e fiduciaria. Ma proprio per queste ragioni, se quelle parole fossero radicate nella sua azione politica, avrebbe potuto ricorrere, come già fatto in passato, ad un assessore esterno, nominando una donna.
Ricordiamo che in soli 24 mesi, abbiamo avuto già due assessori esterni: nel Toma Uno, la Lega indica Luigi Mazzuto con deleghe alle politiche della famiglia, giovanili e di parità, politiche del lavoro, politiche sociali e terzo settore e nella giunta ‘ponte’ il Presidente nomina il suo capo segreteria. Ci chiediamo come mai quelle scelte fiduciarie non possano ricadere su una donna, ci chiediamo perché il nostro presidente non possa nominare un assessore esterno donna, ci chiediamo perché le parole tanto profonde e giuste dichiarate in occasione della Festa delle Donna, non possano tradursi in atti concreti e tangibili.
Caro Presidente, abbiamo perso tutti già tante occasioni: in consiglio regionale non avete voluto approvare la modifica che avrebbe emendato lo Statuto per la corretta applicazione delle norme riguardanti la parità di genere, siamo l’unica regione di Italia che non ha donne in Giunta, siamo stati lentissimi ad attivare la commissione regionale di Pari Opportunità. Questa ulteriore mancanza, andrà sottolineata anche nella mozione di sfiducia che verrà prossimamente presentata in consiglio regionale. Il Partito Democratico si è già ampiamente battuto, impugnando i decreti di nomina e presentando un ricorso; ricorso che non è mai stato né valutato né discusso. Ci chiediamo anche quale sia la sede opportuna per provare a difendere le nostre posizioni.
Spesso non si può attendere il cambio di mentalità, questa volta non richiamiamo noti principi di democrazia, di etica e di civiltà; questa volta ci appelliamo al principio della coerenza. Presidente, dia seguito alle sue parole e metta in atto un cambiamento che per la nostra regione sarebbe un vero cambio di passo nella direzione della Parità di Genere”.