“Il problema non è negli istituti scolastici, ma in ciò che vi ruota attorno.” Lo si legge nel comunicato odierno di Unsic, il sindacato datoriale in allarme per la possibile riapertura delle scuole superiori. Le maggiori criticità sarebbero il sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblico e gli assembramenti davanti scuola.
Il sindacato monitora la situazione scolastica da inizio settembre e i dati raccolti dimostrerebbero le criticità dichiarate. Nel report si legge che in autunno i contagi sono esplosi proprio tra la popolazione scolastica e non in quella delle attività commerciali. Nella fascia di età tra zero e 19 anni, i contagiati erano solo 9.544 al 25 agosto, diventati ben 102.419 al 7 novembre, con una crescita tra due e cinque volte in più rispetto alle altre fasce di età. Non solo: proprio tra i giovani si registra la maggior parte degli incolpevoli asintomatici, che portano poi il contagio “silente” nelle famiglie.
Con la chiusura delle scuole in presenza e il passaggio alla didattica a distanza, il numero dei contagiati in questa fascia ha subito un netto rallentamento. “Abbiamo più volte sottolineato che la didattica a distanza non è l’optimum, per quanto possa assicurare anche un apprendimento più moderno e stimolante per i ragazzi” spiega Domenico Mamone, presidente dell’Unsic il quale ipotizza che la riapertura delle scuole potrebbe provocare una terza ondata, con la replica delle file davanti al pronto soccorso, della ricerca spasmodica delle bombole d’ossigeno, dello sfinimento per il personale sanitario, dell’impennata del numero dei morti. Nel Molise, ad esempio, una delle poche regioni gialle, si è passati dai 23 decessi della prima ondata ai 105 fino a ieri.
Carola Pulvirenti