“La memoria senza consapevolezza rischia di essere solo vuota retorica. Ecco perché il Giorno del ricordo e la tragedia delle foibe sono pagine di storia che meritano di essere lette per intero. È triste pensare alla sorte toccata a tanti, troppi italiani in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nel corso della seconda guerra mondiale: vittime prima della follia nazionalista e poi, nei decenni successivi, del pregiudizio ideologico che ne ha soffocato la memoria. Oggi che invece è possibile riflettere serenamente sull’orrore di quel periodo storico, abbiamo il dovere di ricordare degnamente la sofferenza di tutti coloro che persero la vita, subirono violenze o furono costretti ad abbandonare per sempre le loro case. Una sciagura nazionale sottovalutata e ignorata per anni, diventata finalmente storia condivisa e accettata grazie all’instancabile tenacia degli esuli e dei loro discendenti. Una ferita sanguinante sul volto non solo dell’Italia ma del continente intero che solo grande avventura di un’Europa finalmente libera, democratica ed unita ha saputo, in parte, guarire. È una lezione che non dobbiamo mai dimenticare; un monito da tramandare alle generazioni presenti e future; un insegnamento per quanti credono nel valore della pace e della solidarietà tra i popoli”.